Quando un “grande” tiene la piccola mano di un bambino e la racchiude tutta, sente la stretta fiduciosa di chi si affida a un adulto che potrà proteggerlo. Cosa accade quando quella stretta si allenta e la mano del bambino non trova nessuno ad accoglierla? Ciò che non dovrebbe accadere, accade: un patto generazionale si spezza. Il CREST ha scelto come logo due bambini che vivono nelle zone marginali della regione e non sorridono più, perché la politica socio-sanitaria della Regione Toscana ha lasciato la loro mano. Siamo rimasti perplessi nel leggere la risposta del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in merito alla mancata reperibilità del pediatra all’ospedale di Volterra sollevata dal Sindaco Buselli qualche giorno fa. “NON ci sarebbero davvero GIUSTIFICAZIONI, se dovesse ACCADERE qualcosa che il SISTEMA non ha voluto, o saputo,PREVEDERE”. Questo scrive il primo cittadino di Volterra in uno scambio di post su FaceBook con il presidente Rossi dopo il caso di un bimbo piccolo arrivato al Pronto Soccorso di Volterra in stato di incoscienza. Il bambino è stato stabilizzato, intubato e poi trasportato con l’elicottero al Meyer. Erano le 18, quando il pediatra è ancora presente in ospedale. Dalle 20 il Day Service pediatrico è chiuso ed il pediatra non è neppure reperibile. A Volterra, come in molte altre zone della Toscana (Orbetello, Montagna Pistoiese, Lunigiana…) i genitori non troveranno un pediatra nei notturni e nei festivi per curare i loro bambini. Il CREST ha sollevato il problema al momento della discussione del Piano Socio Sanitario Integrato regionale approvato a novembre, ma la politica di maggioranza si è dimostrata assolutamente insensibile. La questione è stata presa a cuore anche dal Garante della Regione Toscana per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza ed anche in quel caso è rimasta inascoltata. In sanità si taglia e si “razionalizza” ed i primi a soffrirne in Toscana sono stati proprio i bambini e le donne. I reparti di pediatria sono stati accentrati nei capoluoghi lasciando che l’assistenza pediatrica diventasse a macchia di leopardo sul territorio. I Punti Nascita sono stati chiusi e non si è previsto alcun tipo di assistenza alternativa. Bambini e donne di serie B, che evidentemente non hanno lo stesso diritto alle cure di chi vive in città. Quanto costerà mai al sistema sanitario toscano, che investe in sanità il 70% delle proprie risorse, la reperibilità di un ginecologo o di un pediatra? Che cosa saranno mai poche migliaia di euro per riattivare la reperibilità serale/notturna con il personale dell’aeroporto di La Pila dell’Elba? Quanto vale la sicurezza e la vita di una persona? Si può risparmiare anche su questo? La nostra ministra Lorenzin sogna un ospedale e cure di “genere”, pensate per le donne. In molte aree della Toscana rurale, montana o insulare è un sogno anche l’essere curati e assistiti da chi è stato preparato per farlo e l’unica risposta che il nostro Presidente Rossi sa dare ad una richiesta di attenzione per un problema tanto delicato è un negare in grigio politichese. Evidentemente ha dimenticato cosa si sente a stringere la mano di un bambino. E con lui la sua Giunta ed i suoi consiglieri.
Associazione Zeno Colò; Associazione Difendiamo l’ospedale di Volterra; SOS Volterra; Comitato Elba Salute; OGM Gruppo d’Opinione in Movimento di Pitigliano; Comitato per la Sanità nella Valle del Serchio; Montagna Pistoiese – E’ qui che voglio vivere; Comitato in Difesa del Cittadino di Barga; Comitato difesa Ospedale Serristori Figline Valdarno; Comitato Salute Casentinese Bibbiena; Comitato pro ospedale di Cecina; Comitato in difesa del diritto alla salute in Lunigiana; Zeri nel Cuore; Comitato per la Sanità Pubblica di Arezzo.