L'Unitre (l'Università delle Tre Età) di Piombino ha celebrato i 25 anni di attività nel carcere di Porto Azzurro. Lo ha fatto con uno spettacolo, una sorta di "Corrida" (Forte Longone's got talent), in cui si sono cimentati alcuni reclusi. Canzoni, poesie, racconti, teatro e danza hanno riempito, in un pomeriggio assolato, l'area dell'ex officina affollata di detenuti, volontari e operatori carcerari. Il senso dell'iniziativa è stato spiegato dalla prof.ssa Lucia Casalini, presidente dell'Unitre, che ha parlato di iniziative culturali e sportive come occasioni per stare insieme. Ha ricordato il premio nazionale letterario "Emanuele Casalini", dedicato alla memoria del marito, e che è nato nel 2002 proprio nel carcere di Porto Azzurro. "Perchè entriamo nel carcere?", si chiedeva nel 1991 il prof. Casalini. "Vi entriamo con l'intenzione di portare rispetto, dignità, affetto. E ne usciamo portando riflessione e partecipazione. Qui ci sono persone che soffrono e noi vogliamo stare accanto".
A fare gli onori di casa ci ha pensato l'ispettore Francesco Lo Noce, che ha portato i saluti del neo direttore Francesco D'Anselmo, assente perchè in missione. Per l'area educativa ha preso la parola Paolo Maddonni, che ha contribuito allo spettacolo anche con la partecipazione ad una breve piéce teatrale da lui stesso scritta. Tra il pubblico, il cappellano don Francesco Guarguaglini, insieme ai rappresentanti di "Dialogo", associazione elbana di volontariato carcerario. Passo passo, introdotti dal bravo Marcello Canovaro e con Anastasia alla tastiera, si sono alternati i partecipanti che hanno suscitato divertimento frammisto ad emozioni. Le canzoni d'amore (italiane, napoletane, siciliane, inglesi, arabe) hanno risvegliato sentimenti di appartenenza e ricordi di vita. Le poesie in napoletano e i racconti hanno fatto sorridere offrendo uno sguardo "altro" sulla vita e la storia. Commozione, in particolare, ha suscitato il giovane padre che ha interpretato la canzone "Avrai" di Baglioni, dedicandola al figlio del quale ha mostrato due fotografie che ha poi stretto sul cuore ("Avrai sorrisi sul tuo viso come ad agosto grilli e stelle / storie fotografate dentro un album rilegato in pelle"). Ascoltandoli, si immaginano vissuti personali e ci si pone innumerevoli domande sulle scelte, l'orrore e il dolore, la colpa e la pena.
Al termine è intervenuto Davide Casalini, consigliere nazionale di Unitre, il quale ha ringraziato il volontariato e gli operatori penitenziari e ha sottolineato che la cultura e lo sport sono un mezzo di promozione sociale. Lo stesso Casalini, assitito dal volontario Adolfo Tirelli, ha premiato i partecipanti alle gare di atletica che si sono svolte a fine maggio. Poi, prima di gustare il rinfresco offerto da Unitre, tutti a cantare la mitica "Volare".
Ho lasciato per ultimo un cenno alla danza araba eseguita con straordinaria lievità da tre giovani tunisini. E mi sono venute in mente due gesuiti: il cardinale Carlo Maria Martini e il biblista padre Silvano Fausti (morto qualche giorno fa e che, di Martini, fu accompagnatore spirituale). Fausti aveva frequentato il carcere di Milano, dove comunicava il vangelo e condivideva ciò che suscitava nei presenti. Invece, del cardinale Martini ho ricordato queste parole: "Anche nel buio del nostro tempo, / lo Spirito c'è e non si è mai perso d'animo: / al contrario, sorride, danza, penetra, investe, avvolge, / arriva là dove mai avremmo immaginato...".
Nunzio Marotti
(l'articolo appare sul settimanale Toscana Oggi datato 5 luglio 2015)