Mercoledì 22 Luglio 2015, una delegazione della Cooperativa Beniamino accompagnata da un referente dell’area trattamentale della casa di reclusione di Porto Azzurro hanno presentato ad EXPO 2015, nell’ambito di un work shop organizzato dai referenti della nuova piattaforma EPALE “L’educazione degli adulti per un’alimentazione e un acquisto consapevole nei progetti europei” il Progetto Taste of Freedom che si è svolto per due anni, concludendosi a Maggio 2015, proprio all’interno della Casa di Reclusione di Porto Azzurro.
Il progetto Taste of Freedom finanziato dall’unione europea ha visto coinvolti per due anni 5 paesi europei e 6 partner che hanno parlato di cibo all’interno delle carceri. Italia (Slow Food Monteregio di Massa Marittima e Cooperativa Beniamino ONLUS dell’Isola d’Elba), Canarie, Lituania, Portogallo e Turchia hanno provato a lavorare con i detenuti, riscoprendo tradizioni locali, prodotti del territorio e antiche ricette così da diffondere la cultura del cibo buono, pulito e giusto anche in ambienti ove il cibo spesso non assume più grande valore. Si è invece riscoperto che anche in carcere il cibo unisce, rappresentando condivisione e allo stesso tempo recupero delle proprie radici. La Cooperativa Beniamino, con la collaborazione della condotta SLOW FOOD dell’Elba e Capraia, in particolare grazie alla presenza preziosa di Carlo Eugeni, ha svolto il suo progetto a Porto Azzurro, coinvolgendo circa 30 detenuti che con costanza, assiduità e pazienza hanno condiviso 2 anni di incontri, racconti, ricordi, disegni e anche grandi soddisfazioni. Il personale della Casa di Reclusione ha reso possibile durante tutto il percorso lo svolgimento del progetto e a loro va un grande ringraziamento.
Per questo, nell’ambito di un seminario che l’Agenzia Indire ha organizzato ad EXPO 2015 per la presentazione di alcuni progetti Europei sull’educazione agli adulti, Taste of Freedom è stato presentato proprio allo scopo di raccontare l’esperienza del cibo in carcere e di ciò che esso rappresenta. Dato il tema di EXPO, parlare di Taste of Freedom ha rappresentato una grande occasione per far comprendere che si può fare educazione alimentare a tutti i livelli, stringendo legami e relazioni importanti, anche e soprattutto cominciando a raccontarsi attraverso il cibo…