Sono un cittadino portoferraiese, padre di un bimbo di sette anni, preoccupato da alcune dichiarazioni lette sui media locali a proposito del futuro della scuola materna di San Giovanni. Chi legge potrà chiedersi il perché di tale sentimento, visto che mio figlio frequenterà, a settembre, la seconda elementare, essendo uscito dalla materna da oltre un anno. Ed è proprio nella risposta che vado a dare a tale interrogativo che sta il succo della questione: è in questo mio (e non solo mio) interesse apparentemente fuori luogo che va ricercata la valenza di una realtà unica che va assolutamente conservata.
Vi siete mai domandati come mai la scuola materna di San Giovanni ha un giardino con un prato verde che non ha eguali in altri luoghi pubblici portoferraiesi? Come mai le pareti sono decorate con immagini di fumetti da far invidia alla Moby? Come mai i giochi sono sempre in ordine e manutenuti? Niente piove dal cielo, non ci sono sconosciuti benefattori o un'attenzione particolare dell'amministrazione rispetto ad altre strutture. C'è un lavoro di anni e anni, da parte delle maestre, che hanno saputo raccogliere attorno alla scuola una comunità. Una comunità di genitori, una comunità di bambini. Genitori e bambini che si sentono responsabili di un bene che è di tutti, che è rappresentato dalla struttura scolastica ma ancor più dal servizio che vi si rende al suo interno.Una responsabilità che non finisce quando il bimbo, il figlio, va alle elementari, ma prosegue, senza fine, perché in quella scuola ci andranno altri bimbi, fratellini, un domani nipotini, ecc... Questo è quello che si insegna a San Giovanni: ad essere comunità, ad essere cittadini consapevoli e quindi responsabili. E non parlo solo di ciò che questa comunità ha fatto per mantenere in efficienza la struttura, prestandosi a lavoretti di ogni genere: c'è ben altro, e ben oltre. Molti di quelli che leggono forse avranno avuto modo di vedere gli spettacolini che da qualche anno, a fine inverno, genitori ed ex alunni di San Giovanni mettono in scena ai Vigilanti. Ebbene dovete sapere che quegli spettacoli sono il frutto di mesi di fatiche durante i quali lavorano, fianco a fianco, genitori e figli: genitori di bambini in età di materna e oltre, figli esclusivamente gia usciti dalla materna. Il tutto è finalizzato a realizzare uno spettacolo diretto specialmente ai bimbi della materna stessa e, secondariamente, a raccogliere fondi per la scuola. Ma il risultato più grande è quelle di mantenere, sia nei bimbi che nei genitori, un legame profondo con ciò che è e resterà per sempre parte della loro vita. Quello che voglio far capire a chi legge, e particolarmente a chi ci amministra, è che questo rapporto che si instaura non è una cosa esclusiva, o "da vip" (per quello ci sono altri sodalizi) ma piuttosto ciò che dovrebbe essere il normale rapporto che lega il cittadino alla "cosa pubblica", al bene collettivo. In una realtà come la nostra, ove il senso civico latita in modo molto preoccupante (un caro amico consigliere comunale, che sta particolarmente "sul pezzo", si scontra quotidianamente con l'inciviltá di certi gesti: vedi, tra tutti gli esempi, i rifiuti lasciati in ogni dove), esperienze virtuose come quelle della materna di San Giovanni dovrebbero essere prese ad esempio e tutelate in ogni modo possibile. Un colpo di spugna su questa piccola " palestra" di civiltà sarebbe un vero e proprio colpo mortale inferto alle speranze di elevare moralmente la nostra disastrata comunità. È vero, niente impedisce di attivare altrove analoghe esperienze ma, di fatto, San Giovanni ad oggi è un'esperienza unica e le conquiste di civiltà hanno bisogno, per attecchire e propagarsi, di esempi, di simboli, di riferimenti. Ne hanno bisogno le persone, ne hanno bisogno i bambini. O vogliamo raccontargli che sotto il tetto della scuola c'è rimasto ammazzato Babbo Natale?
Renato de Michieli Vitturi