C’è un pezzo d’Africa nella sala consiliare di Portoferraio. Non povera, ma impoverita. Non malata, ma prigioniera. Non rassegnata, ma che necessita di una nuova rete di solidarietà, fatta non di beneficenza, ma di un sistema di produzione dove non ci siano cavalieri e uomini-cavallo, sfruttatori e sfruttati.
E’ attraverso la voce del giornalista Abdourahmane Ousmane, direttore del Programma dell’Associazione Alternativa “Spazio per i cittadini” e presidente della Rete dei giornalisti per i diritti dell’uomo in Niger, che l’Africa parla di “altra globalizzazione”, di un’alternativa che ridisegni gli equilibri.
Ousmane usa una metafora molto efficace: “Anche nel pugilato ci sono delle regole. Non si può far combattere un peso piuma contro un peso massimo, non è consentito.” Una metafora che richiama una parola che lui usa spesso, “lotta” quotidiana, nel senso di un forte impegno per riportare i paesi sulla pedana delle pari opportunità.
Ousmane è per la prima volta in Italia, invitato dagli Enti Locali della provincia di Livorno che hanno aderito, all’interno delle iniziative per la pace di Assisi, al progetto “Adotta un popolo – Ospita una persona: incontra un popolo”.
Dopo il confronto avuto anche con gli esponenti delle comunità straniere presenti nella provincia, nel breve soggiorno elbano Ousmane ha incontrato i rappresentanti del comune di Portoferraio e Rio nell’Elba, ed è stato presentato alla stampa dal presidente del Consiglio provinciale, Franco Franchini, e dall’Assessore alle politiche culturali ed alla cooperazione Nunzio Marotti.
“Noi non ragioniamo in termini di nord e sud del mondo – spiega Ousmane riferendosi al sistema geopolitico - Il nostro schema è che il mondo sia dominato da un sistema che sfrutta sia il nord che il sud. Ma pensiamo anche che il nord sia comunque meno danneggiato perché esiste più democrazia. Dei 53 paesi africani, almeno la metà sono ancora sotto regimi dittatoriali. Ma adesso anche molti popoli d’Africa sono più consapevoli di poter cambiare questi rapporti. Solidarietà, uguaglianza, diritti, sono questi i valori che guidano la nostra azione.
Per cambiare – continua Ousmane – occorrono sia spinte interne che esterne, ci sono stati degli eventi internazionali che hanno rafforzato il processo democratico in Africa, come ad esempio la caduta del muro di Berlino. Ma dobbiamo fare molto anche dall’interno, attraverso l’azione politica e l’informazione.”
Ma quanta libertà d’informazione c'è in Niger? Ousmane risponde che si sono fatti dei progressi, che sono nati dei soggetti privati, che c’è più pluralismo. Ma esiste ancora il carcere per i reati di opinione. “E’ stata presentata la proposta di legge che abolisca questa pena, ma ancora non è stata accolta.”
Ousmane domani tornerà in Niger, con il ricordo di essere stato molto “coccolato” dai suoi ospiti toscani. Porterà avanti la sua lotta quotidiana. Ci lascia con un arrivederci ai due forum internazionali in programma per il 2006 ed il 2007 in Africa, contro la povertà ed il sistema che la produce.