Ho assistito allo spettacolo “Rossetto Rosso... in segno di lutto..”. Mi è piaciuto e devo fare i complimenti a tutti coloro che, a vario titolo, hanno reso possibile la realizzazione. Il tema del “femminicidio”, purtroppo di costante attualità, rientra in quel vasto mondo della violenza che si alimenta con atti diretti e indiretti (fra questi c'è sicuramente l'indifferenza).
Mi spinge a scrivere questa breve riflessione la passione di educatore e insegnante. Sì, perché fra le protagoniste della rappresentazione ci sono alunne ed ex alunne. Pensavo a come sia importante offrire ai giovani la possibilità di esprimersi, attraverso l'intera corporeità. Le ricordo queste ragazze, insieme ai compagni, nei primi giorni dell'inizio del liceo, con le attese i sogni le paure. Ragazze con la voglia di vivere, trasportate dalle proprie ali, ma con i piedi sulla terra, in una realtà che non sempre piace e promuove l'esistenza. Alcune di loro, quest'anno lasceranno la scuola per avventurarsi in più alti studi o nel lavoro. Ma sappiamo che porteranno dentro l'esperienza vissuta in questi cinque anni. Torneranno a trovarci. Per raccontarci le conquiste, i traguardi e forse le difficoltà. Come quasi sempre, fra qualche anno capiterà di incontrarle, alcune spose e mamme, e ci comunicheranno la disponibilità a continuare l'avventura della vita. E dell'amore. Sì, perché forse è l'amore autentico la sola realtà che può riempire l'esistenza. Quell'amore che non si confonde con il sentimentalismo ma che si sostanzia nel prendersi cura di sé, degli altri, del mondo. Un amore non selettivo. E non possessivo. Prendersi cura: I care, mi importa, mi interessa. Il contrario dell'avarizia e dell'indifferenza. Se l'ambiente scolastico, attraverso la sua attività didattica e organizzativa, avrà aiutato a diventare responsabili (e quindi liberi), allora per il mondo c'è ancora speranza.
Quella speranza che, in un serrato alternarsi di parole musica e movimento, pure è emersa dalle emozionanti storie di “lutto”.
Allora, al termine di questo anno scolastico, non resta che formulare ai maturandi i migliori auguri di un futuro che, anche grazie a loro, bandisca la violenza dal quotidiano e dallo straordinario.