Rilanciare la Casa di reclusione di Porto Azzurro, facendole ritrovare l'importante ruolo di carcere-modello che ha svolto in passato e cogliendo le opportunità innovative. Questa la sfida che attendeva e attende il nuovo direttore, Francesco d'Anselmo, e i suoi collaboratori. La sfida lanciata anche dal Sottosegretario alla Giustizia, Ferri, in occasione dell'ultima visita all'Elba.
A meno di un anno dall'arrivo del direttore D'Anselmo, devo esprimere apprezzamento per il lavoro fatto, per le cose realizzate e quelle avviate. Certo, non mancano le criticità, alcune delle quali verranno affrontate prossimamente, con la consapevolezza che alcune richiedono investimenti significativi e coinvolgimento dei livelli regionale e nazionale dell'Amministrazione penitenziaria.
Vorrei segnalare, fra le altre, due realizzazioni, a cui se ne aggiungono altre due che prenderanno il via nelle prossime settimane.
Nei giorni scorsi è stata istituita la Commissione lavoro, prevista dall'ordinamento penitenziario. Uno strumento importante che si occupa dell'assegnazione dei lavori interni all'Istituto, attraverso la redazione di due graduatorie, generica e per specifiche mansioni. La Commissione ha elaborato i criteri e i punteggi per la formazione degli elenchi. Si integra così l'instancabile lavoro svolto finora dagli uffici. E' questa una realtà che contribuisce, da un lato, a facilitare il lavoro del personale addetto e, dall'altro, a dare un'informazione costante e trasparente ai detenuti.
Continua, inoltre, la collaborazione con il comune di Rio Elba, che vede impegnati 7 reclusi in lavori socialmente utili. E' uno dei modi per rendersi utili alla società in modo visibile.
Nei prossimi giorni, prenderanno il via i colloqui in videoconferenza con modalità Skype. Sarà così possibile avere colloqui di 20 minuti con i propri familiari. Una misura che consente di coltivare gli affetti da parte di quei familiari che non hanno la possibilità, per motivi di lontananza, economici o di salute, di raggiungere Porto Azzurro.
Infine, desidero segnalare l'imminente riapertura della falegnameria: verranno impiegati quattro detenuti per lavori interni, ma non sono esclusi sviluppi.
Investire nella missione propria del carcere vuol dire dare possibilità, a chi sconta la pena, di compiere un percorso di rivisitazione del proprio vissuto e di rieducazione, affinché al termine possa rinserirsi positivamente nella società. Le statistiche sostengono che dove si lavora bene, in linea con le normative, la recidiva diminuisce, cioè si abbassa sensibilmente la percentuale di quanti tornano a delinquere. A vantaggio di tutti.
Nunzio Marotti
garante dei diritti dei detenuti di Porto Azzurro