Questa stagione turistica non è stata affatto generosa, e ciò è dovuto ad una serie di fattori, di cui il principale è certamente la pesante recessione economica che sta vivendo il nostro paese.
Data tale situazione, e valutando contestualmente il cambiamento climatico in corso, che già da diversi anni ci sta regalando degli autunni belli e caldi, direi che è il caso di iniziare a considerare seriamente l’opportunità di prorogare l’apertura delle nostre attività stagionali.
Se in passato poteva essere sufficiente lavorare cinque o sei mesi per assicurarsi il sostentamento annuale, ora con l’aumento dei costi generali di gestione e della pressione fiscale, non basta più: servono periodi di attività più lunghi, tali da consentire almeno in parte il recupero di quanto perso con la mediocrità della stagione.
Ovviamente, questo discorso è valido soprattutto per le attività commerciali, di ristorazione e ricettive a conduzione familiare, oppure per quelle elastiche che hanno la capacità e possibilità di rimodulare l’organico e i servizi per la bassa stagione.
E’ chiaro che per i grossi alberghi c’è un break-even point da rispettare, e ancorché con una dotazione minima di personale, la situazione potrebbe non reggere. Ma è altrettanto chiaro che l’opportunità di destagionalizzare non è destinata a tutti, perché comunque le cifre della bassa stagione, in termini di flussi turistici e di prezzi non potrà mai dare lavoro a tutte le attività insistenti sull’isola.
Incomincino allora ad approfittarne quelli che possono, perché è un vero peccato vedere ad ottobre e novembre ancora turisti in giro, specie svizzeri e tedeschi ma anche italiani, che trovano negozi, stabilimenti balneari, ristoranti ed alberghi già quasi tutti chiusi.
E’ da tempo che all’Elba si parla di destagionalizzare, ovvero di provare ad allungare la stagione, ma con scarso convincimento e pressoché nulla determinazione, mentre in altre realtà territoriali ciò è avvenuto o sta avvenendo con successo. Proprio domenica scorsa al TG 1 hanno passato un servizio sul Salento, dove gli operatori turistici, in virtù del bel mare e del bel clima, quest’anno hanno deciso di restare aperti fino al 31 dicembre per incrementare i propri ricavi.
Per la verità, anche qui da noi qualcuno inizia ad attuare queste politiche: ad esempio le Terme di San Giovanni invece di chiudere come sempre al 31 ottobre, quest’anno hanno deciso di rimanere aperte fino a fine novembre ed anche per il periodo natalizio, e mi comunicano che stanno già ricevendo buone prenotazioni.
Tra l’altro, ho rilasciato proprio in questi giorni un’intervista a Nova Media, per cui uscirà a breve un bell’articolo su Panorama, settore economia, che metterà in risalto le bellezze dell’Elba nel mese di ottobre: trattandosi di un settimanale molto letto, il servizio avrà sicuramente delle ricadute positive.
Si tratta dunque di innescare un processo virtuoso, che se anche non darà nell’immediatezza tutti i risultati sperati, getta però le basi per una inversione di tendenza, che riserverà i suoi frutti per il futuro della nostra isola.
Inoltre, sono fermamente convinta che anche le compagnie marittime ne trarrebbero beneficio, consentendo loro in tal modo di venirci incontro con servizi e tariffe e di garantirci una buona continuità territoriale anche nei mesi invernali e di bassa stagione. Ho infatti la memoria piuttosto buona, e per onestà intellettuale devo ricordare che Vincenzo Onorato, già una ventina d’anni fa, chiedeva ad albergatori ed operatori turistici una collettiva prova di coraggio, rimanendo aperti più a lungo e proponendo offerte vantaggiose per la bassa stagione, insieme alla compagnia di navigazione.
Ritengo che, a tale proposito, si possa e si debba riaprire un dialogo sul territorio tra le parti interessate, e che con il buon senso e la comune buona volontà si possa addivenire a risultati migliori per tutti.
Il mio è quindi un invito rivolto agli operatori turistico-commerciali, per riflettere e guardare in prospettiva, con la certezza che solo se ci sapremo attivare con intuito e capacità potremo superare le difficoltà economiche che stanno attanagliando le nostre imprese, senza perdere posizioni nel panorama turistico complessivo.
Franca Rosso - Confcommercio Isola d'Elba