Con la mostra delle fotografie scattate nel 1980 da Uta Karl Mazzei e generosamente donateci dalla stessa autrice, la Gestione Associata degli Archivi Storici dei Comuni elbani inaugura un percorso culturale, l’Archivio/banca della Memoria, che intende raccogliere, conservare e valorizzare attraverso le più varie forme, la Memoria storica dell’isola d’Elba. Attraverso le immagini qui esposte si vuole documentare la produzione del carbone di legna, una pratica artigianale antichissima, ormai scomparsa, legata ad un tipo di economia agricola altrettanto arcaica, superata dalle scoperte introdotte dal progresso.
Gloria Peria, Coordinatrice della Gestione Associata degli Archivi Storici die Comuni elbani è curatrice della mostra con il supporto dei ragazzi dell’ I.S.I.S Foresi di Portoferraio nell’ambito del Progetto Alternanza Scuola-Lavoro: Camilla Dini, Melissa Patanè, Marilena Romani, Federico Spinetti, Giulia e Margherita Kremser, Gloria Usai.
Le seguenti righe sono state scritte da Uta Mazzei-Karl * nel suo libro LA CARBONAIA DI ROBERTO, Edizione Azzurra 1990, nel quale sono contenute le fotografie qui esposte.
Senza carbone niente ferro
senza ferro niente armi e niente guerra..
ma anche nessun progresso.
In principio c’è sempre il carbone!
La tradizione di produrre carbone da legna, all’Isola d’Elba risale ai tempi degli etruschi che sfruttarono I suoi giacimenti di ferro giá centinaia di anni prima di Cristo. Per fondere il ferro gli etruschi usavano dei forni alimentati dal carbone. Solo con il carbone di legna si poteva arrivare alle temperature alte, necessarie per la fusione del minerale. A quei tempi, giorno e notte, fumavano le carbonaie e per questo motivo gli antichi marinai greci chiamarono l’isola Aithalia o Aithale – la fumante, la fuligginosa.
Per produrre le quantitá di carbone che serviva agli etruschi per fondere il ferro, molti parti dell’isola vennero disboscate per cui, cominciando a scarseggiare la legna, gli etruschi trasportarono il minerale di ferro a Populonia, che diventò poi il centro della fondazione di ferro.
Fino al diciottesimo secolo, comunque, il carbone di legna rappresentò l’unico combustibile con il quale si poteva fondere il ferro. Solo quando, intorno al 1830, in Inghilterra fu scoperto il sistema di utilizzare il carbone fossile, si trovò un’alternativa all’uso del carbone di legna.
All’isola d’Elba il carbone di legna si produceva fino pochi anni fa . Una volta le famiglie che possedevano, oltre alle vigne, appezzamenti di bosco, facevano alcune carbonaie l’anno. Fino agli anni cinquanta del secolo scorso, quando arrivarono le prime stufe a gas, il carbone veniva usato soprattutto per cucinare.
Roberto Mazzei è stato uno degli ultimi a fare il carbone di legna. Specialmente i ristoranti apprezzavano la qualitá del suo carbone ricavato con i metodi tradizionali dal leccio, dalla scopa, e dal corbezzolo.
Nei milleni il metodo era rimasto lo stesso: si faceva come Plinio lo aveva descritto nella sua Historia Naturalis.
Dal 17 al 30 luglio
Saletta Cristalli Circolo Le Macinelle a San Piero in Campo
*Uta Karl Mazzei è nata nel 1934 in Austria. Negli anni ’60 e ’70 ha collaborato alla produzione di numerosi documentari in Asia per la televisione tedesca. Nel 1990 ha pubblicato La Carbonaia di Roberto, nel 2015, Kisil Ayak e nel 2016, Wo, bitte, ist Belutschistan? Frequenta l’Elba dagli anni ’60 e da circa trenta anni vive nell’isola.