Non è facile da digerire per i cittadini la novità dell'obbligo di prenotazione per fare gli esami di laboratorio. E non sono sempre chiare le indicazioni date agli utenti
PORTOFERRAIO. Mentre grandi problemi crescono nella sanità elbana, per i noti tagli ai servizi, e non a caso c'è chi teme lo "smantellamento dell'ospedale", da qualche tempo non è facile da digerire per i cittadini la novità dell'obbligo di prenotazione per fare gli esami di laboratorio. E non sono sempre chiare le indicazioni date agli utenti. Esami delle urine? Da prenotare. No, non serve, basta portare i campioni agli uffici ospedalieri.
D'ora in poi è certo si deve fissare per fare esami del sangue, non si può più andare liberamente come prima. Il motivo? Razionalizzare, riorganizzare, e in concreto ciò si traduce, per l'utenza, nel fare più viaggi verso i centri sanitari, non essendo possibile fissare per telefono o via e-mail.
Ecco che si deve andare all'ospedale (o al proprio distretto) tre volte: uno per prenotare, una per fare le analisi e infine per ritirare i risultati. A Portoferraio il servizio è giornaliero, negli altri Comuni solo in alcuni spazi orari della settimana è possibile. Il caso più problematico pare essere quello di Capoliveri dove le prenotazioni si possono fare solo il lunedì dalle 7,30 alle 9,15 e ogni 15 giorni.
Se qualcuno ha urgenza dovrà prenotare andando all'ospedale portoferraiese o in altro distretto, oppure deciderà di andare in un laboratorio d'analisi privato. In alcuni paesi il sistema non è ancora stato avviato, ma entro i primi di novembre la novità sarà applicata ovunque.
Lo sconforto è dovuto anche a carenza di informazioni che parte anche dagli addetti ai lavori. "Il mio medico mi ha segnato le analisi ma non mi ha dato dettaglio su questi cambiamenti", ha detto un anziano alle prese con la coda all'ospedale, coda che va sempre fatta in ognuno dei tre momenti del percorso, per prenotare, fare e ritirare le analisi. "Io ho telefonato, mi hanno detto di prenotare anche per gli esami delle urine, sono andato all'ospedale ma non era così, basta portare liberamente all'ufficio i campioni; e gli orari dei distretti non li sapevano bene", dice un giovane. "Io ho dovuto prendere un permesso dal lavoro per venire a prenotare", ha fatto notare una giovane madre piuttosto angosciata. Situazioni critiche che pesano; e lo Spi Cgil sta indagando per capire i disagi dei più anziani.
Stefano Bramanti
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