Qualche giorno fa ho letto sui giornali locali che c’era la presentazione del progetto Elba Sharing.
“Ma guarda un po’ perché non parlano in italiano ora che gli inglesi non vogliono far più parte dell’Europa” questa è stata la istantanea ed immediata considerazione.
L’invito era rivolto alle categorie economiche e agli imprenditori ma la curiosità di conoscere il progetto Elba sharing è stata più forte.
Pur non invitato mi sono fatto coraggio e sono entrato nel luogo della presentazione.
Mi sono seduto e ho ascoltato.
Sono stato attento sforzandomi di capire chi stava parlando.
Il relatore non ha parlato di emissione di CO2 ma del fatto che all’Elba nel periodo estivo (luglio e agosto) il traffico veicolare su strada è eccessivo,superiore alla capienza delle strade stesse e la mobilità diventa difficile.
Come possibilità di soluzione ha prospettato lo sharing (mobilità condivisa).
A fine relazione mi sono fatto coraggio: ho chiesto la parola.
Non facendo parte di nessuna delle categorie economiche ed imprenditoriali invitate, forse non avrei dovuto.
Mi è stata concessa.
Mi sono presentato nella mia qualità di residente che vive all’Elba e ho dato ragione al relatore sul fatto che a luglio ed agosto sulle strade elbane ci si muove male.
Ho anche ringraziato per la possibilità che Elba sharing offre per risolvere la mobilità stradale. Non solo. Ho data la mia disponibilità a partecipare personalmente al progetto.
Non appartenendo a nessuna categoria economica ed imprenditoriale forse non avrei dovuto.
Ma ormai è andata così.
Spero che Elba Sharing project si ricordi di me tenendomi informato sull’evoluzione.
Per questo ho lasciato il recapito di posta elettronica perché possa essere messo nella mailing list di Elba Sharing.
Marcello Camici