Domenica di festa per la parrocchia San Giuseppe di Portoferraio.
Il 19 marzo la Chiesa ricorda san Giuseppe, padre putativo di Gesù-Verbo Incarnato, patrono della Chiesa universale (tale fu dichiarato da papa Pio IX l'8 dicembre 1870). Quest'anno il santo si festeggia lunedì 20, perché il 19 è la terza domenica di Quaresima. Però la comunità ha festeggiato domenica anche per la presenza del vescovo diocesano, mons. Carlo Ciattini, che ha presieduto la concelebrazione eucaristica delle ore 11. Un'altra celebrazione si è svolta alle ore 18 e, come tradizione vuole, al termine sono state distribuite le frittelle di San Giuseppe.
Nell'omelia il Vescovo ha parlato dell'importanza dell'ascolto (salmo 94) e della cura che il Signore ha per ciascuno di noi. Dell'episodio della Samaritana ha spiegato: <<Ella ha incontrato Colui che dona l’acqua che zampilla per la vita eterna, ma che al tempo stesso ha sete di noi, della nostra fede>>. Ha poi ricordato che, nella cappella delle Suore della Carità a Piombino, come pure in ogni cappella dove è presente la Congregazione delle Suore della Carità fondate da Santa Teresa di Calcutta, accanto al crocifisso, si trova questa scritta: “Ho sete”. E ha poi citato papa Francesco: <<Quella di Gesù era sete non tanto di acqua, ma di incontrare un’anima inaridita. Gesù aveva bisogno di incontrare la Samaritana per aprirle il cuore: le chiede da bere per mettere in evidenza la sete che c’era in lei stessa. […] L’esempio della Samaritana ci invita ad esprimerci così: “Gesù, dammi quell’acqua che mi disseterà in eterno”>>.
E ha continuato: <<Il Signore ci aspetta per darci di quell’acqua che zampilla per la vita eterna, e ci chiama a collaborare con Lui per portare ai deserti del mondo quell’acqua, perché il deserto fiorisca. Il cammino quaresimale che stiamo vivendo ci prepara alla grande festa di Pasqua quando, in quella notte santissima, benediremo l’acqua per il Battesimo e canteremo, mentre saremo aspersi:
“Ecco l’acqua, che sgorga dal tempio santo di Dio, alleluia; e a quanti giungerà quest’acqua
porterà salvezza, ed essi canteranno: alleluia, alleluia”>>.
Mons. Ciattini si è poi soffermato sulla figura di San Giuseppe, colui che ha custodito la sorgente di quest'acqua, perché l'Eterno lo ha chiamato a custodire Gesù. E Giuseppe ha anche custodito la Vergine Maria. Egli è patrono della chiesa universale. E tutti i cristiani devono rifarsi a lui, imparando l'ascolto-obbedienza e la sua umiltà. E guardando a lui, la Chiesa custodisce l'uomo, difende la qualità della vita dell'uomo. Ha poi concluso con due raccomandazioni: coltivare la fede in Cristo e ritrovare l'umiltà autentica.
Il coro parrocchiale ha allineato i canti alla liturgia del giorno, salvo quello di ingresso “Al beato Giuseppe”.
Al termine dell'Eucarestia, don Gianni, a nome della parrocchia, ha salutato il vescovo, ringraziandolo per la presenza e l'insegnamento. Ha poi ricordato che nell'odierna domenica si raccolgono le offerte per la Quaresima di Carità e per la Giornata di solidarietà con i carcerati. Un gesto significativo di quell'amore-solidarietà che nella parrocchia di San Giuseppe trova applicazione concreta in vari modi e, in particolare, opera unica all'Elba, nella mensa quotidiana dei poveri.
La giornata di festa si è conclusa con la cena comunitaria nel salone parrocchiale, alla quale hanno partecipato numerosi parrocchiani, insieme al parroco don Gianni Mariani.
Nunzio Marotti
La parrocchia San Giuseppe di Portoferraio
Il canonico Don Giuseppe Salesi, arciprete di Portoferraio, nel 1933 si interessò per l'edificazione di una nuova cappella nella periferia di Portoferraio.
La Chiesina, così la definirono gli abitanti della zona, venne dedicata a San Giuseppe artigiano, e fu portata a termine nel 1935.
La chiesa fu innalzata secondo uno stile gotico, adatto al tempo e al luogo dove sorgeva; con un abside semicircolare, altare centrale e cantoria sopra il portale di fondo. Un piccolo campanile a vela con 2 campane sovrastava l'abside sul lato sinistro.
Nel 1936 fu nominato viceparroco don Pietro Berti. Ebbe come cura pastorale primaria quella di potenziare i servizi religiosi e assistenziali di tutta la periferia, facendo di San Giuseppe il centro di molte attività.
Nonostante i bombardamenti della II guerra mondiale, la chiesina rimase in piedi e, nel 1947, per volontà del Vescovo Mons. Baldini, San Giuseppe divenne parrocchia e Don Pietro Berti fu il primo parroco.
Intanto la guerra era finita e Portoferraio e dintorni si ripopolavano.
La chiesina cominciò a rivelarsi piccola per capienza e pericolosa per posizione. Don Pietro Berti decise allora di costruirne una più grande sempre nella zona.
Nel 1964 Mons. Baldini inaugura la nuova chiesa di san Giuseppe. E' la più grande dell'isola con i suoi 35 m di lunghezza e 20 di larghezza. E' ad un'unica navata con andamento a cuneo e lati a spina di pesce. Le finestre laterali sono 8 per lato e in alto, sull'abside, si può ammirare una vetrata istoriata raffigurante San Giuseppe. La costruzione è in stile moderno, tutta in cemento armato e mattoni.
Nel tempo, l'edificio ha subito varie trasformazioni.
E' stata tolta la balaustra in ferro che divideva la navata dall'abside. Ulteriori modifiche sono state apportate negli anni '90 ed esattamente nel 1996, mentre era Vescovo Mons Gualtiero Bassetti e Parroco Don Giorgio Mattera. Fu realizzato il nuovo presbiterio con l'avanzamento dell'abside e la costruzione di una cappella interna a forma di barca rovesciata, dedicata ai caduti dello Sgarallino.
Nel 2007, i membri della famiglia Bonvicini e Piolini, in ricordo di un loro amico scomparso prematuramente, hanno realizzato dietro l'altare un affresco raffigurante scene evangeliche e volti di ecclesiastici che si sono avvicendati nella guida della diocesi e della parrocchia.
Attualmente c/o la parrocchia di san Giuseppe è funzionante il centro CARITAS con la mensa quotidiana.
R.R.