E' forse un'esagerazione trovare nella crisi attuale del nostro ospedale un aspetto positivo. Mai nessun argomento fino ad ora, pero', ha visto il coinvolgimento e l'incontro di tutti gli elbani. La partecipazione al dibattito e' viva, come un polpo appena pescato, che schizza da tutte le parti, si attacca a tutti i buoni argomenti e coinvolge l'attenzione di tutta la cittadinanza.
E' forse un'esagerazione trovare nella crisi attuale del nostro ospedale un aspetto positivo.
Mai nessun argomento fino ad ora, pero', ha visto il coinvolgimento e l'incontro di tutti gli elbani. La partecipazione al dibattito e' viva, come un polpo appena pescato, che schizza da tutte le parti, si attacca a tutti i buoni argomenti e coinvolge l'attenzione di tutta la cittadinanza.
Che ci serva allora, come esempio e monito per il futuro, per tutti i nostri progetti che prima o poi cambiano il volto dell'Elba moderna. Ne va della nostra dignita' di elbani.
Adesso brontoliamo, ci lamentiamo. Pensiamo di aver raggiunto il limite. Abbiamo dimenticato quanti anni abbiamo impiegato prima di vederlo terminato questo ospedale che ora difendiamo con i denti e col cuore? L'ospedale e' lo specchio della nostra coscienza. Quanti progetti trascuriamo, che poi ci ritroviamo sbagliati o non curati quanto dovrebbero?
La pista per l'elicottero? la Gattaia? la zona industriale portoferraiese slabbrata tutta intorno alle strade provinciali? una zona portuale imponente, pressoche' ignara dei pedoni? l'ingombrante presenza del semaforo a San Giovanni?
Sta per essere lanciato il progetto della nuova Portualita', che interessa Portoferraio, ma appartiene a tutta l'isola, a tutto l'arcipelago: pensiamoci tutti bene. Magari cominciando a chiamarlo semplicemente Lungomare, all'elbana, che sa tanto di nonni e di alberi con l'ombra, e non Waterfront, all'americana, che sa tanto di cemento. Scegliamo di progredire, ampliarci e diventare "moderni", ma con con serenita', con semplicita', con senso pratico, con amore per noi stessi e per i nostri nipoti che si ritroveranno a convivere con un'Elba che non riconosceremo piu', tra cosi pochi anni.
Cecilia Pacini
Socia di Italia Nostra e del FAI Fondo Italiano per l'Ambiente