8 detenuti della Casa di reclusione San Giacomo di Porto Azzurro ora conoscono i segreti, quasi tutti, della torta di ceci, cotta nel forno a legna e moto gustosa.
Una leggenda dice sia nata casualmente durante la battaglia navale della Meloria. Nel 1284, nel trambusto di una tempesta, dell'olio e dei sacchi di farnia di ceci si rovesciarono inzuppandosi di acqua salata; il composto poi solidificò al calore del sole e i marinai affamanti, nel dopo battaglia, scoprirono l'ormai nota cecina.
E' stato Vincenzo Mangino, uno dei titolari del "Catagnacciaio" del centro storico, a regalare l'opportunità recandosi di recente nel laboratorio di cucina del professionale Brignetti di Concia di Terra, insieme allo chef Alvaro Claudi e a Carlo Eugeni di Slowfood.
"Allievi molto attenti -ha evidenziato l'esperto, forte di 40 anni di attività ereditata dal Carmignani di Altopascio; ha fornito i dettagli della preparazione realizzando in diretta diverse mandate di torta di ceci, assistito da Daniela Tarantino. “Le proporzioni degli ingredienti – ha spiegato-sono un litro e mezzo di acqua per 400 di farina, sale grosso, spezie e poco olio, da informane a 350-400 gradi per pochi minuti. Sono contento di aver contribuito al futuro lavorativo di questi uomini, che ormai sono pronti a tornare in libertà".
Alvaro Claudi ha fatto presente come tale alimento, classificato come “cibo di strada”, abbia radici anche alle vicende storiche della via Francigena, quando le farinate cotte venivano proposte negli "ospedali", i posti di sosta per i viaggiatori impegnati in lunghi e faticosi viaggi.
Carlo Eugeni ha voluto porre in risalto come le farine siano sempre la base dell'alimentazione e che è sempre più importante affidarsi a prodotti genuini, non troppo raffinati industrialmente, meglio se macinati a pietra.
Le docenti Lisco e Cirino dell'istituto diretto da preside Fazio, hanno ringraziato i tre personaggi e altrettanto hanno fatto con entusiasmo gli stessi reclusi, impegnati nel progetto di formazione “Cooking for freedom”, che nei giorni seguenti l'esperienza si sono cimentati per imitare il Mangino, primo nella storia locale a fare una lezione del genere, e la cecina, per molti di loro, è stata una vera scoperta.