Lo spettacolo che il laboratorio teatrale "Il carro di Tespi" ha presentato quest'anno il 30 maggio nella Casa di reclusione di Porto Azzurro ha un titolo non facile a comprendersi di primo acchito, che recita così: "Fram-mercante".
La seconda delle due parole, mercante, sottintende una dizione più ampia, cioè "Il mercante di Venezia". Infatti è dal dramma shakespeariano che parte l'idea di questo spettacolo 2017. Ridotta e rielaborata, l'opera secentesca, con i suoi personaggi, gli intrecci amorosi, e, centrale, il tema dell'usura, è stata resa con efficacia, semplice ed essenziale.
Non solo, ha anche stimolato riflessioni e approfondimenti sul denaro e sul suo potere perverso e, per contrasto, ha messo in evidenza altri valori, quale in primis l'amicizia, che rendono la vita degna di essere vissuta. Riflessioni, rimpianti, ma pure sogni, sorrisi e speranze, recitati da alcuni spiriti come premessa al "mercante", sono estrapolati da un libro - documento di esperienze di vita - scritto da Silvia Dini e da Roxana Soso. Il libro è "frammenti oltre l'oblio". Ecco, proprio di frammenti si tratta e così si spiega la parola "fram", anch'essa frammento, frammento di parola...
Con la regia di Manola Scali, in collaborazione con Bruno Pistocchi e Corrado Nesi e con l'accompagnamento musicale del bravo Daniele Pistocchi e della sua chitarra, hanno calcato la scena, oltre agli ospiti della casa di reclusione, alcuni giovani e adulti del Centro diurno Altamarea di Portoferraio, la signora Loretta Ronsichi, una simpatica e brava attrice livornese della associazione Armonia, alcuni studenti dell'istituto Volta Carducci Pacinotti di Piombino e i liceali del gruppo teatrale "Le perle dell'arcipelago" del "Foresi" di Portoferraio. Insieme, persone così diverse per situazioni di vita, per età, per etnia, hanno lavorato per alcuni mesi a un fine comune, sostenendosi a vicenda, costruendo un gruppo solidale e riuscendo così a trasmettere pensieri e di emozioni a un pubblico attento di studenti e docenti, di amici,parenti e volontari e alla presenza di autorità istiuzionali, quali il direttore del carcere D'Anselmo, la commissaria Perrini, la dott. Venezia, dirigente del Prap Toscana e Umbria e il garante dei diritti dei detenuti Nunzio Marotti.
Il teatro, lo spettacolo per eccellenza, che in maniera reale e non virtuale crea sintonia e simpatia fra attori e spettatori, ha un alto valore culturale e in carcere assume un significato di particolare spessore sociale, morale e pedagogico. Per questo la Regione Toscana sostiene il progetto "teatro in carcere" e qui a Porto Azzurro da 25 anni, in collaborazione con l'area educativa e con la polizia penitenziaria, opera il laboratorio "Il carro di Tespi", al quale auguriamo ancora lunga vita e ad maiora semper.
Licia Baldi