Nel paratesto del libro, tra le citazioni che precedono il prologo, l'autore ha voluto inserire il testo di una canzone di Nina Simone (https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=42691), Ain't got No, I got Life (Non ho / Ho una vita) del 1968, un inno all'esistenza, una forte critica alla società nordamericana di allora ed alla guerra nel Vietnam.
Leggendo il volume si scopre quanto quell'interpretazione artistica sia intimamente connessa alla materia trattata nel volume e quanto anch'essa sia umanissima e palpitante. La definizione ”la forza-lavoro di un uomo consiste unicamente nella sua personalità vivente“ attorno alla quale ruota il nuovo libro del giornalista de 'Il Manifesto', rappresenta un felice esempio di come l'affermazione della soggettività umana sia stata nei secoli la via di uscita agli sfruttamenti che, in forme aggiornate, si sono ripresentati nell' organizzazione politica-giuridica-sociale.
A duecento anni tondi quindi dalla nascita del filosofo Karl Marx (5 maggio 1818) uno dei suoi concetti fondamentali di liberazione (rimasti sepolti per troppo tempo sotto le macerie del muro di Berlino, paradigma di una falsificazione attuativa del pensiero marxista), la Forza Lavoro, torna quindi in libreria per mano di un altro filosofo, Roberto Ciccarelli, che attualizza il concetto con un sottotitolo quantomai esplicativo: 'Il lato oscuro della rivoluzione digitale'.
L'autore, uno più apprezzati sul tema della trasformazione del Lavoro nella società degli algoritmi, della sua precarietà e della omologazione delle differenze tra lavoro dipendente e autonomo in una comune precarietà, sarà a Portoferraio sabato 24 febbraio alle ore 18, ospite della libreria MardiLibri per presentare il suo ultimo lavoro appena uscito per l'editrice romana 'DeriveApprodi'.
La Forza Lavoro come qualità intrinseca del vivente (e quindi inaccessibile a proprietà diverse, se non attraverso la schiavitù, ancorchè messa in vendita per motivi di sopravvivenza), è il filo rosso che lega l'analisi di Ciccarelli che, pescando da una biblioteca di circa 300 autori in 4 lingue quasi 400 sono infatti le note di rimando ad altri volumi o articoli) rende partecipe il lettore di come questa invariante umana costituita dalla potenza/potenzialità soggettiva si sia posizionata nei secoli, dalla schiavitù fino alle odierne “piattaforme digitali nelle quali il lavoro sembra scomparire e le merci apparire quasi per magia nelle nostre case”.
Il percorso per arrivare a definire una filosofia della Forza Lavoro, cioè uno strumento interpretativo utile al cambiamento, è anche pieno di sorprese: dagli antichi gladiatori romani che erano quasi sempre 'lavoratori autonomi' che sceglievano di rischiare la vita in cambio di libertà e benefici, alla storia della 'lancia libera' (free-lance dell' anno 1300, appunto) Castruccio Castracani raccontata da Machiavelli nel Principe, il lucchese cacciato dalla sua città che, dopo servizi mercenari in Inghilterra e Francia, diventò prima condottiero al soldo dei ghibellini (a capo di altre 'lance libere') e poi duca e capitano di Lucca e Pisa.
Il lavoro è sempre stato anche autonomo insomma, oltre che salariato e, soprattutto, non è scomparso; ma oggi, con l'automazione si lavora sempre in meno e ciascuno sempre più tempo (anche la ricerca di un lavoro diventa lavoro non pagato) e con meno o nessuna protezione sociale; in questo quadro la forza lavoro/ persona alla ricerca di un' occupazione remunerata e tutelata sembra tornare sempre più alla condizione precapitalista di 'braccia da fatica' da impiegare a giornata, piuttosto che a quella di individuo sociale e collettivo. E qui sta il punto della possibile/necessaria critica: “il lavoro non è (non dev'essere) un universo separato dalla vita e dalle sue forme, regolato solo dal diritto del lavoro o commerciale”. C'è la vita, come cantava Nina Simone, con tutta la sua potenza e potenzialità.
Ciccarelli insiste quindi sulla necessità di perdere il senso di colpa che può derivare dal fallimento di massa (obbligato, mancandone le basi strutturali) del diventare tutti 'imprenditori di se stessi', “incastonati in una 'start-up esistenziale' che altro non è che la crisi dell'impresa tradizionale unita al tentativo di proiettare su tutta la popolazione la figura dell'eroico imprenditore, protagonista romantico del progresso de capitale”.
“Ma non tutto è perduto, conclude, poiché la Forza Lavoro è di tutti, di ogni individuo e di tutti i popoli, va protetta e liberata, reinventata, curata e inclusa, attraverso la conoscenza, la pratica e la sperimentazione.” Un esempio importante in tal senso è da vent' anni l' esperienza della cooperativa internazionale SMart e dei suoi oltre centomila lavoratori autonomi associati in nove Paesi europei; un'esperienza che ha ottenuto anche, in Francia e Belgio, specifici inquadramenti normativi. La cooperazione e la consapevolezza possono essere una buon punto di partenza per rispondere alla domanda cruciale: dunque, cosa può una forza lavoro? «Se non ci sforziamo di diventare attivi, non lo sapremo mai», è la conclusione.
CR