Dopo la ratificazione delle nomine alla presenza del notaio, si è finalmente costituita la ONLUS “Opera San Giacomo”, l’Associazione che permetterà il gran restauro dell’antica chiesa di San Giacomo al Forte, edificata dagli Spagnoli attorno alla metà del Seicento ed ampliata nel corso dei secoli.
L’Amministrazione Penitenziaria, nella persona del dr Francesco D’Anselmo, Direttore della Casa Circondariale, col sostegno dell’Amministrazione Comunale di Porto Azzurro, si è fatta animatrice di un gran progetto che, da fine mese, inizierà le pratiche per riportare l’edificio di culto (definitivamente chiuso dal 2005) ad un riqualificante ripristino.
Alla presidenza dell’Associazione troviamo Fabrizio Grazioso, Cons. Delegato alla Cultura e all’Istruzione; ne è vicepresidente, invece, il dr Silvano Giusti, farmacista ed ex assessore. Questi gli altri nominativi: Alessia Agarini, insegnante di Lettere (segretaria); dr Francesco Paolo Menno, medico (revisore dei conti); Mario Palazzo, ex commissario della Penitenziaria (tesoriere); Luisa Piga, neolaureata in storia dell’Arte (consigliere incaricato per le attività storico-culturali); Gabriella Petucco, imprenditrice (consigliere incaricato per gli affari economici) e Marcello Bargellini, impresario (consigliere incaricato per il settore tecnico ed informatico).
Le speranze del gruppo sarebbero quelle d’ultimare il restauro dell’edifico nel minor tempo possibile: sarà luogo d’interessi polivalenti, anche turistici. Il minuzioso progetto firmato dall’Architetto Pierluigi Tanganelli, d’altronde, è pronto da fine settembre e a breve sarà vagliato dalla Soprintendenza Belle Arti di Pisa e Livorno.
La chiesa, infatti, come ricorda Fabrizio Grazioso, non rappresenta soltanto il proto-edificio di culto del centro abitato (che ha sospeso l’attività parrocchiale nel 1890), ma è la detentrice d’una lunghissima storia che affonda le sue radici nel celebre “Stato dei Presidi”; l’interno, che non sfugge minimamente ai canoni del barocco-iberico, custodisce infatti le tracce d’un passato militaresco: altarini con armi, scudi e affusti di cannoni, lapidi con tanto di blasoni dedicate ai generali del fortilizio e, se vogliamo, addirittura un paio di simbologie esoteriche.
E mentre buona parte dei suoi preziosi dipinti, prelevati nel 2014 dal funzionario della Soprintendenza dr Amedeo Mercurio, hanno di recente concluso il restauro e ottenuto custodia presso l’Amministrazione Comunale, la nuova ONLUS, in accordo con imprenditori del territorio e addirittura con società nazionali, ha preso il largo con un unico obiettivo: restituire agli isolani una testimonianza (purtroppo sconosciuta) della Corona di Spagna.
A breve, i componenti del Direttivo, i rappresentati delle amministrazioni coinvolte e i progettisti incontreranno la popolazione.