Ancora una volta all'Elba deve accadere il “fattaccio” per far capire a qualcuno che la salute dei cittadini non può essere discussa asetticamente su tabelle e costi. Tempo fa si paventava la chiusura invernale della camera iperbarica seguendo la logica del risparmio.
Chiudendola si sarebbero risparmiati quei soldi delle reperibilità h24 del personale in forza presso l'ospedale di Portoferraio. Di sicuro non si sarebbero salvate, in caso di necessità, tutte quelle persone che svolgono attività subacquee.
E non si sarebbe salvata nemmeno quella famiglia di 7 persone (3 adulti e 4 bambini, presentavano sintomi caratterizzati da cefalea e vomito) che ieri, 8 gennaio 2013, è rimasta vittima di un intossicazione da monossido di carbonio sprigionatosi da un braciere.
L'intervento del personale
La famiglia è poi stata ricoverata per controllo presso la Pediatria dell'Ospedale di Portoferraio.
A me preme ringraziare il personale dell'Ospedale di Portoferraio e in special modo quello in forza alla camera iperbarica che hanno condotto un vincente braccio di ferro con la direzione sanitaria affinché uno strumento vitale come questo non fosse degradato a servizio stagionale.
Come dicevo in apertura di questa lettera, è triste constatare che abbiamo bisogno del caso “difficile” per ricordare a tutti quanto sia difficile vivere su di un isola e perché qui più che altrove abbiamo bisogno di servizi all'altezza delle nostre necessità.
Lettera Firmata