"Scoprire Patresi" è il titolo del libro che ha scelto il suo autore, Girolamo Ferrini, quale atto di amore verso questa porzione di Isola d'Elba.
Gimmi Ferrini è nato, infatti, a Marciana e a Patresi, bella località ai piedi del monte Capanne e protesa sul mare, ha vissuto fino all'adolescenza. Il resto della vita lo ha trascorso nel modenese, lavorando all'Istituto Geografico De Agostini. Ma, come lui stesso scrive nella presentazione, "durante l'anno sono frequenti le venute a Patresi, per me luogo di quiete e di serenità".
Il libro, di quasi 500 pagine e ricco di fotografie, racconta la storia e descrive le tradizioni invitando al un viaggio con il fine di preservare questo patrimonio "prima che scompaia con la chiusura degli occhi di chi ha contribuito e l'ha vissuto". Ed è sui Valori (indicati con la maiuscola) che l'autore vuole richiamare l'attenzione perchè essi sono "l'essenza della nostra vita": rispetto, dignità, fede, amore, collaborazione, umiltà, unione e aggregazione. Valori vissuti dalla comunità di Patresi e che hanno aiutato a crescere. Valori "che oggi insieme potremmo riscoprire".
Il volume è frutto di una ricerca lunga e attenta. Si parte con una descrizione del territorio per richiamare cenni storici e personaggi. Un'ampia parte è dedicata alla cultura, agli usi e i costumi. Si passa poi all'economia e alle attività produttive: l'artigianato, il mare e la pesca, l'agricoltura, il commercio. C'è quindi la descrizione del paesaggio, con i siti di interesse, i sentieri e le possibili escursioni, i punti belvedere, senza trascurare le abitazioni.
Non poteva mancare un riflerimento alle famiglie e ai soprannomi. Il volume si conclude con il vocabolario e un elenco di detti e motti.
Su questo bel libro ritorneremo a scrivere. Qui vogliamo riprendere qualche detto, diffuso anche in altri luoghi dell'isola.
'Candelora dell'inverno simo "fora", ma se piove o tira vento dell'inverno simo dentro'.
'Porta aperta per chi porta! Per chi non porta parti pure che non importa' (attribuita a don Leto Mariotti, parroco di Marciana).
'Lasciamoli fa! Avessero a fa peggio' (forse, così fanno meno danno).
'Per San Martino grande festa, con castagne e tanto vino' (l'armonia è la migliore compagnia).
'Festeggiato San Francesco, salutiamo il caldo perché arriva il fresco'.
'La rugiada di San Giovanni, guarisce tutti i malanni'.
'Se piove per Sant'Anna, la pioggia è come una manna!'.
E concludere, ma solo dopo aver ricordato il contributo dato alla pubblicazione da Piero D'Errico (patresaio d'adozione) con la sua Tce telecomunicazioni, con un riferimento al matrimonio con vedova o vedovo. Un evento non frequente ma che suscitava attenzione, nonostante il desiderio dei futuri sposi di nascondere giorno ora e luogo della celebrazione. Ma con un abile passaparola, tutti venivano a saperlo e <<quando gli sposi rientravano a casa, credendo di averla fatta franca, tutto intorno si scatenava un concerto di corni ben nascosti>> in modo da suscitare reazioni di diverso genere.
Nunzio Marotti
da Toscana Oggi