Si è concluso con una conferenza stampa, la proiezione di un video racconto di 2 anni di lavoro e un aperitivo preparato dai ragazzi detenuti il progetto europeo Cooking for Freedom. Nel suggestivo scenario di Forte San Giacomo, ospitati dall’amministrazione penitenziaria, si sono incontrati i 30 partecipanti delle organizzazioni italiane (coop. Beniamino, Istituto alberghiero e della ristorazione Brignetti, Slow Food condotta isola d’Elba e Associazione Antigone), portoghesi, lituane e turche che hanno lavorato al progetto dal 2016 ad oggi.
Il direttore Francesco D’Anselmo ha dato il via al confronto sottolineando quanto <<un progetto come questo i cui i punti cardine sono l’integrazione con il territorio, la costruzione di “seconde opportunità” basate sulla cultura, la formazione e il lavoro, incontra pienamente la filosofia che ispira la casa di reclusione di Porto Azzurro e aiuta tutti gli attori in gioco a crescere e migliorare>>.
Il direttore ha poi ringraziato tutti i partner e sottolineato la grande sintonia con la Cooperativa Beniamino, coordinatore del progetto, la cui presidente Veronica Cornaggia ha ricordato <<il grande coraggio degli studenti detenuti a mettersi in gioco in un progetto che li “riportava a scuola”, con i ragazzi dell’Istituto Alberghiero che, a loro volta, sono stati un esempio di apertura e accoglienza. Apertura e accoglienza dimostrata anche da ristoratori e produttori coinvolti grazie al lavoro instancabile di Carlo Eugeni della condotta Slow Food isola d’Elba >>
<<10 organizzazioni, 4 istituti penitenziari, circa 100 tra studenti e studenti detenuti coinvolti, 100 ore di formazione in ogni paese, 56.000 km in viaggio per realizzare tutti i meeting europei, sono solo alcuni dei numeri che descrivono la strada percorsa insieme>> ha aggiunto Guido Ricci, presidente dell’Associazione Linc responsabile della progettazione di Cooking for Freedom, <<Una strada innovativa, che abbiamo voluto costruire mettendo al centro le esperienze del gruppo come acceleratore di processi di crescita, e la relazione con il territorio come cardine per la creazione di nuove opportunità. Siamo convinti che solo fornendo esperienze qualitativamente e umanamente valide si possa lavorare ad un vero percorso di reinserimento, che arricchisca la persona e la comunità.>>.
Nunzio Marotti, referente dell’Istituto Alberghiero durante il meeting nonché per molti anni garante dei diritti delle persone private della libertà personale, è intervenuto riportando l’attenzione sul <<valore che in questo particolare momento storico possono avere percorsi come questo progetto. Unire esperienze, vissuti, storie così diverse è stata una sfida vinta che dà forza all’idea che le differenze possano arricchire anziché dividere.>>
Dall’associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale Antigone, Alessio Scandurra, coordinatore dell'osservatorio sulle condizioni di detenzione, fa sapere quella di Cooking for Freedom << è stata una esperienza preziosa, come lo é sempre il poter dare uno sguardo a quello che fanno altre organizzazioni, vicine e lontane, in tema di accompagnamento verso il fine pena e la libertà di chi ha commesso un reato. I contesti sono diversi, spesso lo sono anche le legislazioni, ma lo sforzo a cui tutti sono chiamati é in definitiva simile e nelle esperienze altrui di frequente si possono trovare suggerimenti ed idee preziose per tutti.>>.
A chiudere gli interventi Elia De Caro, sempre di Antigone, partner responsabile degli aspetti di ricerca del progetto, che ha ringraziato gli organizzatori e sottolineato quanto sia importante <<aprire alternative e possibilità per le persone detenute. Un’esperienza come questa, di cultura, lavoro e rieducazione all’Elba come in portogallo, Lituania e Turchia, andrebbe valorizzata come esempio su tutto il territorio nazionale>>.
Al termine del dibattito sono stati consegnati gli attestati di partecipazione agli studenti della Casa di Reclusione presenti, che hanno commentato entusiasti la loro esperienza formativa e l’incontro con gli studenti di Portoferraio e, per concludere, hanno invitato tutti a festeggiare con il buffet preparato da loro stessi.
I DETTAGLI DEL PROGETTO Cooking for Freedom