Si fa sempre più drammatica la situazione dei cani e dei gatti che vivono all’Elba: nell’isola manca, oltre a un canile e a un box di prima accoglienza per gli animali vaganti o abbandonati, perfino un pronto soccorso che possa affrontare i casi di emergenza. Altrettanto problematica è la situazione delle colonie feline, per la quali la Asl ha sospeso - ormai da 18 mesi – la campagna di sterilizzazioni; in questo periodo alcuni interventi sono stati realizzati grazie all’associazione svizzera Tierschutzbund Zurich, la quale però, di fronte all’immobilismo delle autorità locali e a un costo divenuto insostenibile, ha revocato il proprio supporto.
E’ questo l’allarme lanciato dalla Sezione Enpa dell’Isola d’Elba, alla vigilia dell’incontro tra rappresentanti dei Comuni elbani, volontari della Protezione Animali, Ordine dei Veterinari e Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano; un incontro organizzato il I febbraio dal vice-prefetto proprio per trovare una via d’uscita alla grave impasse.
«La situazione è nota. Sono anni che chiediamo un intervento risolutivo dei Comuni elbani, tuttora inadempienti nei confronti della legge nazionale sul randagismo, la 281/1991», spiega Maria Teresa Cavalca presidente della locale Sezione della Protezione Animali, che prosegue: «Ma ormai siamo all’assurdo. Giova infatti ricordare che la Regione Toscana aveva disposto uno stanziamento di oltre 130mila euro per affrontare l’emergenza; tuttavia, l’incapacità dei Comuni elbani di trovare un accordo sulla realizzazione della struttura ha seriamente compromesso l’accesso a questo finanziamento».
L’Elba, pertanto, continua a non avere un canile che possa ospitare i “trovatelli”. E’ vero che alcune amministrazioni comunali hanno sottoscritto una convenzione con una struttura ma essa si trova si trova al di fuori del territorio elbano, sulla terraferma. Il che non garantisce ai 4Zampe un’assistenza tempestiva. «L’emergenza – aggiunge Cavalca – colpisce i residenti e le migliaia di turisti che ogni anno frequentano l’isola insieme ai loro “amici” e che, a fronte di tale situazione, potrebbero decidere di cambiare meta. Del resto, non è un mistero che il “caso Elba” abbia suscitato una vera ondata di indignazione in Germania e Svizzera».
Per questo, la locale Sezione dell’Enpa invita i cittadini di tutta Italia a scrivere una mail alla Prefettura di Livorno Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., chiedendo al rappresentante del Governo di intervenire presso i sindaci elbani affinché adempino ai loro obblighi istituzionali e pongano rimedio a una situazione divenuta ormai insostenibile.