Tuffi nel mare delle Ghiaie e giochi per i bambini saharawi. Quindici piccoli "ambasciatori di pace" del popolo del deserto, con gli accompagnatori piombinesi, hanno trascorso a Portoferraio la giornata di ieri.
E' un appuntamento che si ripete da quasi quindici anni e che ha visto nel tempo alternarsi diverse forme di accoglienza. Nel 2005 prese il via la gara di solidarietà di tutti i Comuni elbani (allora 8, tutti firmatari del patto di amicizia con i comuni saharawi) che offrivano una giornata ciascuno nel proprio territorio al gruppo di africani. Base logistica è stata la scuola di Rio Elba e, successivamente, una scuola di Portoferraio. Poi, l'impegno è stato portato avanti dal comune capoluogo e, da quattro anni, a titolo personale da chi mantiene contatti con l'associazione "Gdeim Izik" di Piombino.
La giornata portoferraiese di quest'anno è stata possibile grazie alla collaborazione della Moby Lines, della coop. Cisse e dell'Associazione bersaglieri dell'Elba.
Ricordiamo alcuni elementi per conoscere il popolo di appartenenza dei bambini.
Il popolo saharawi, da oltre 40 anni, è costretto a vivere nelle tendopoli dei campi profughi del deserto algerino, a causa dell'occupazione marocchina del proprio Paese, il Sahara Occidentale. I bambini d'estate vengono ospitati in Italia da associazioni e ricevono, se necessario, anche le cure sanitarie. Il movimento di solidarietà coinvolge da anni decine di associazioni e di enti locali che hanno fatto propria la causa saharawi.
I piccoli svolgono il ruolo di ambasciatori del proprio popolo che vive in un grande situazione di sofferenza. Una situazione che non riesce a sbloccarsi per l'indifferenza della comunità internazionale la quale, per motivi essenzialmente politici ed economici, non attua le risoluzioni delle Nazioni Unite. Il popolo saharawi dal 1991 ha scelto la strada della nonviolenza per la rivendicazione dei propri diritti e per questo, più volte, è stato candidato al premio Nobel per la pace.
Nunzio Marotti