Quanto conta per un leader politico la presenza su Facebook, Twitter e Youtube? Come riesce un candidato a far conoscere idee e i valori che lo contraddistinguono attraverso un gruppo di consenso su un social network? E come si possono promuovere culture partecipative contando su concrete competenze digitali? E quale è ,e deve essere, il ruolo dei cittadini-elettori, chiamati a diventare protagonisti del loro tempo, trasformandosi da “immigrati digitali” a veri produttori di contenuti per sfidare la tecno-classe politica?
Edito da Franco Angeli nella collana di Scienze della Comunicazione è uscito a gennaio ed è alla sua terza ristampa il nuovo libro di Francesco Pira “ La Net comunicazione politica” su come si muovono sul web “partiti, movimenti e cittadini elettori”.
Il volume, attraverso un lavoro di ricerca, tenta di rispondere a queste domande partendo dal concetto di comunicazione politica, in piena trasformazione ed in rapida evoluzione. Da volantini, manifesti, comizi e cene, ai più veloci ma non meno rischiosi blog, portali, Facebook, Twitter e Youtube. E quindi alla comunicazione politica ed elettorale integrata .
In Italia la politica subisce il fascino della Rete ma non la utilizza per come dovrebbe essere usata. Sottolinea l’autore: “Se i social network sembrano essere più graditi ai nostri politici tanto che un parlamentare su tre è presente su Facebook, il modo con il quale si relazionano o per meglio dire non si relazionano resta il punto centrale”.
Pira sostiene che “I social network sono utilizzati dal 58% dei politici italiani e in prevalenza dagli under 30. A tutti i livelli, politica locale, regionale, nazionale, la Rete vive come strumento di supporto al marketing elettorale, ma non svolge quel ruolo nella costruzione della partecipazione. I nostri leader e dirigenti non sono abituati ad essere uno dei nodi e non più una fonte utile per i giornalisti. Per la nostra politica è difficile pensare di entrare nella logica della comunicazione in rete, dove non si è più fonte (soprattutto per i giornalisti) ma uno dei nodi”.
E mentre negli Stati Uniti i dati della ricerca Pew Internet rileva come l’11% ha scoperto sui social network per chi avevano votato gli amici, il 9% ha ricevuto informazioni sul candidato o sulla campagna elettorale che interessava, il 7% è diventato amico di un candidato ed il 7% si è unito ad un gruppo politico e l’1% ha usato Twitter per seguire i risultati elettorali in Italia siamo lontani da questi numeri.
Oltre il 60% dei Deputati e Senatori (secondo le ricerca esaminate nel libro) hanno attivato uno strumento di comunicazione on line. Tra i sindaci il 62%. Ma i dati non devono farci illudere, secondo Pira: “la politica italiana non ha fatto propri i nuovi strumenti e modelli relazionali. Sono ancora tante le ombre”.
Nelle conclusioni l’autore spiega quale è lo scenario attuale e quello possibile.
Per Pira: “La Rete non attira la politica ma piuttosto l’antipolitica. Il rapporto di leader e partiti con il web, al momento, è quello di un gioco che non determina con certezza consensi. E quindi l’intero eventuale utilizzo va discusso, ri-discusso, capito e ponderato.
I politici italiani e i loro collaboratori muovono timidi passi, perché l’Italia non è l’America e perché nonostante gli italiani connessi su Facebook siano 20 milioni, di cui molti under 18, e quelli che utilizzano la rete, appena la metà della popolazione.
Quindi conta di più la televisione, incidono maggiormente i giornali sull’opinione pubblica, è opportuno fare un lavoro sulle radio.
In pochi hanno compreso che i social network sono utili se fanno parte di una comunicazione integrata e quindi sono parte importante della strategia, al pari di altri mezzi. Ma soprattutto è necessario ritrovare l’etica della politica, uscire dalle logiche della politica scandalistica, dal linguaggio populista per approdare ad un modello comunicativo relazionale, nel quale ai messaggi siano consequenziali gli atti. Certamente il tutto organizzato all’interno di una strategia comunicativa ben progettata”.
Francesco Pira sarà all'Isola d'Elba sabato 21 aprile, insieme a Luciano Canova e Giampiero Sammuri, per il convegno nella sede del Parco su "Economia della Felicità e Valore dell'Ambiente", che si terrà alle ore 10 presso la sede del Parco nella splendida Ex Tonnara dell'Enfola.