'Sa paradura', come spiegano Giovanni Masia e Michele Soru, pastori sardi venuti all' Elba su invito della locale Associazione 'Bruno Cucca' e di quella pisana 'Grazia Deledda', è un antico istituto che concretizza la solidarietà tra i pastori della Sardegna e ha origini antichissime; interviene ad esempio quando un pastore perde il gregge a causa di calamità naturali, furti, malattie, e allora i colleghi gli donano una o più pecore (a seconda delle disponibilità di ognuno) offrendo così allo sfortunato allevatore la possibilità di ricominciare la sua attività senza che questi assuma alcun debito nei confronti dei donatori se non l’impegno morale di ricambiare il gesto in caso di necessità.
E' questo senso di Comunità che sta alla base della protesta clamorosa di queste settimane, una rivolta che dopo un paio di giorni aveva già trovato spazio internazionale sugli schermi della CNN e della BBC, un sommovimento che pochi giorni fa ha fatto cadere la prima testa, quella del presidente del Consorzio di tutela del pecorino romano, Salvatore Palitta.
Una protesta, come si è potuto meglio capire sabato sera all' incontro promosso dal Circolo sardo Bruno Cucca e presentato dalla sua Presidente Cristina Cucca, che viene da lontano, poichè è da almeno dieci anni che il basso prezzo del latte ovino ( aste al ribasso, mancato controllo sulla sovraproduzione di formaggio-anche per le irrisorie sanzioni-, filiera squilibrata) mette in ginocchio le 12 mila imprese famiglie che di questo vivono in Sardegna con oltre 3,5 milioni di ovini, nonostante le centinaia di milioni di fondi europei arrivati negli anni sull' isola.
Samantha Giusti ( per l' Associazione Grazia Deledda) ha quindi presentato la proiezione del pluripremiato docu-film del 2010 sulle lotte di allora, 'Capo e Croce -le ragioni dei pastori sardi' , ( cioè testa o croce, nel senso di giocarsi tutto con quella protesta), di Marco Antonio Pani e Paolo Carboni; una visione che ha consentito di comprendere fino in fondo la battaglia di dignità portata avanti per tanti anni da questi allevatori. Una lotta – ha evidenziato il filmato- costellata di evidenti abusi e violenze gratuite da parte del 'potere costituito', addirittura per impedire le proteste pacifiche e la libertà di movimento delle delegazioni di pastori e famiglie al seguito che cercavano disperatamente il confronto con le sfuggenti Istituzioni.
Il racconto di quanto sta succedendo in Sardegna da parte dei due protagonisti Giovanni e Michele, si è intrecciato con l' esperienza della pastora elbana Sara Esposito, con pieno accordo sull' importanza, anche culturale, della salvaguardia economica delle produzioni ad alta qualità che tra mille difficoltà si fanno nei territori, in salutare controtendenza con la globalizzazione – impoverimento dei gusti.
In attesa che l' attuale Ministero all' agricoltura e la Regione Sardegna intervengano e medino per riequilibrare la situazione, garantendo ai produttori un prezzo del latte di almeno 80 cent/litro, per poi arrivare ad 1 euro, le Associazioni sarde non stanno con le mani in mano, sia per informare correttamente - come è avvenuto sabato - e sia 'in solido', ha ricordato Cristina Cucca, confermando il successo ottenuto dalla campagna di prenotazione e vendita diretta solidale del Pecorino Sardo che si è appena conclusa all' Elba, con la collocazione di 500 kg di prodotto. Un successo che ha innescato altre richieste per questa 'sa paradura' made in Elba.
CR