In occasione dell'incontro del 25 aprile con il Prof Santo Peli su 'La Resistenza difficile: la liberazione dell'Elba' (ore 11, sala della Gran Guardia della Porta a Mare, Portoferraio), può essere utile conoscere uno dei libri più importanti del relatore, docente di storia contemporanea all'Università di Padova e invitato dall'ANPI isolana per celebrare in maniera non rituale la 74^ ricorrenza della Liberazione dal nazifascismo.
Un libro che meriterebbe di diventare testo per le scuole superiori, oltre che di essere posizionato nello scaffale di casa accanto ad una copia della Costituzione, questo “La Resistenza in Italia-Storia e critica”, di Santo Peli, per la sua capacità di offrire una visione d' insieme dei vari aspetti – alcuni fino ad oggi poco indagati- che riguardano i venti mesi di Storia italiana che vanno dal settembre 1943 alla Liberazione.
Come ebbe a notare Claudio Pavone, importantissimo storico della generazione precedente, già il titolo sembra “porre in modo problematico il rapporto fra la Resistenza e il corso generale della storia d'Italia nel biennio 1943-1945”.
E in effetti uno dei pregi dell'agile volumetto è la rigorosa analisi storica (centinaia i rimandi bibliografici) che centra l'obbiettivo di sfilare il dibattito sulla Resistenza dall'agone politico tout-court, ambiente spesso propenso alla sterile polemica, in particolare da parte di chi vorrebbe convincerci della presunta divisività del 25 aprile, traslando la Liberazione al 4 novembre (Festa della Forze Armate), rimuovendo così il fatto “la violenza fu il compimento logico del sistema fascista e violenza dolorosamente necessaria fu quella per liberarsi da quel sistema” (S. Peli pag 240).
La prima parte del libro è la precisa esposizione delle varie fasi attraversate dalla Resistenza in Italia: (dall'8 settembre alla fine del '43: dissoluzione dell'esercito; gennaio-giugno '44: andamento delle operazioni belliche, primi scioperi, sviluppo delle bande partigiane, costituzione del Corpo Volontari della Libertà; giugno-dicembre '44: prime zone libere, Repubbliche partigiane, rastrellamenti; dicembre '44-febbraio '45: crisi e ripresa delle bande partigiane; l'insurrezione).
Nella seconda parte del libro, il prof Peli affronta la Resistenza degli Internati Militari Italiani (800 mila furono quelli deportati), la Resistenza civile disarmata e non (ruolo delle donne, renitenza di massa alla leva sia verso la RSI che il Governo Bonomi del Sud), sull' uso e gli effetti della violenza (dalle stragi nazifasciste alla guerriglia urbana dei GAP -gruppi di azione patriottica). Di grande interesse questo spostamento dello sguardo dal livello politico-istituzionale al vissuto sociale delle popolazioni, “scevro da vecchi dogmatismi e attento a non crearne di nuovi”( C. Pavone). Un lavoro onesto e importante, per trasmetter la memoria attraverso le generazioni.
CR