Un igloo con interni foderati di pelliccia, una palafitta di bambù, una casa ecologica costruita in sughero. Addirittura il Bosco Verticale, il grattacielo milanese progettato dall'architetto Stefano Boeri, accanto ad un trullo realizzato in pietra. E' la città dei ragazzi, la più cosmopolita, la più visionaria delle città, dove le differenze si esaltano e disegnano skyline disordinati e surreali.
Nell'ampio salone d'ingresso c'è il gioco della tartaruga, con i carapaci in cartapesta modellati dai ragazzi, le caselle su cui saltare, contare, rispondere e imparare. E' il ringraziamento degli alunni di Capoliveri alle tartarughine della spiaggia di Straccoligno, nate per sbaglio in un giorno d'estate, in mezzo agli ombrelloni, e sopravvissute nonostante la plastica e i turisti con gli zoccoli. La loro storia, il difficile tragitto verso il mare, ha suggerito ai ragazzi un percorso ad ostacoli, dove contano la volontà e l'impegno.
In un'aula accanto c'è un museo etrusco, con i banchi che espongono riproduzioni di gioielli, vasetti ed altri manufatti. Sotto, il cartellino che spiega l'origine dell'oggetto. E poi tante foto alle pareti. E' il risultato della gita a Populonia, quando i ragazzi hanno scoperto che anche adesso, nel golfo di Baratti, è facilissimo trovare gli scarti della lavorazione del ferro elbano, e che si può imparare la storia anche guardando il mare.
E' la scuola. Quella che lavora in silenzio durante i lunghi mesi invernali. La scuola che immagina, inventa, realizza, colora. Un anno vissuto intensamente dagli alunni della secondaria di Capoliveri e dai loro insegnanti, i professori Barbara Deiana, Simona De Cristofaro, Mario Berti, Raffaella Panichi, Paolo Piga, Francesco Giannoni, Elena Maestrini.
Lunedì scorso, in quello che è stato ribattezzato il Closing Day, il giorno di chiusura delle attività didattiche, sono stati esposti tutti i lavori prodotti.
La scuola è così diventata una città caotica che ha preso forma sotto gli occhi dei genitori invitati ad attraversare i percorsi della conoscenza. Dal laboratorio di scienze, con i pianeti del sistema solare e le eliche del Dna costruite con le mollette per i panni, ai crimini contro l'umanità denunciati da Amnesty International e illustrati attraverso cartelloni e filmati nel laboratorio di Diritti umani.
Alle pareti del salone, i ragazzi hanno esposto quadri surreali realizzati con i rifiuti di plastica raccolti sulle spiagge. Opere di denuncia e speranza, che suonano come un rimprovero e un invito perentorio ad arginare il disastro ambientale.
Infine il teatro. Una rappresentazione di luci e ombre: il cosmo buio che diventa luce solo grazie alla sconfitta dei demoni e alla presa di coscienza che l'avventura umana non può che essere una storia di coraggio e amicizia. Grazie alla collaborazione della professoressa Stefania Donda, i ragazzi hanno scoperto l'espressività corporea, giocando con il movimento, la voce e la musica.
La scuola, la città dei ragazzi che cambia e si trasforma, è una finestra sul futuro. Visto da qui il mondo è una grande, affascinante scommessa.
Scuola secondaria Capoliveri