Egregio Direttore, mi conceda ancora spazio mediatico per qualche altra riflessione sul mondo della scuola. Prendo spunto da una critica che frequentemente si solleva dalle cattedre: .."non si accettano critiche da coloro che non sono dentro le classi .... con tutto quello che i docenti devono combattere tutti i giorni...i genitori imparino a fare i genitori e lascino a noi il compito difficilissimo che abbiamo scelto di svolgere...si guadagna poco...manca un riconoscimento del nostro lavoro...".
ono lamentele generiche che troverebbero uguale declinazione in altri settori del pubblico impiego (sanità, polizia, impiegati degli enti locali per fare qualche esempio fra i tanti !). Ma nel mondo della scuola si deve aggiungere un altro aspetto problematico: la tendenza storica dei docenti all' autoreferenza ed alla stigmatizzazione dei genitori e delle famiglie come intrusive, ignoranti ed incapaci della funzionale educativa parentale.
Eppure il Ministero della scuola (MIUR) vanta al suo attivo almeno un trentennio di leggi e di normative di indirizzo eccellenti per la didattica nelle classi e nell'ambito dei rapporti scuola-famiglia.
Lavoro in tutti gli ordini di scuola come neuropsichitra infantile da quarant'anni, nel settore dell'inclusione e della prevenzione, ed alcune criticità appaiono essere radicate ed arroccate nel sistema scolastico italiano. Ne elenco alcune che coinvolgono i genitori :
• la comunicazione scuola-famiglia/genitori separati;
• l'insegnamento nozionistico;
• l'eclissi della funzione educativa nella scuola;
• le valutazioni individuali ridotte a numeri con la virgola;
• le "bocciature" sempre irrazionali ed ingiuste;
• la continuità didattica disattesa;
• l'inclusione delegata al sostegno;
Queste criticità resteranno argomento estivo e balneare poichè oggi il "grande assente" nel nostro paese è il luogo del didattito e del confronto dialettico, che rappresenta il fondamento per il progresso civile della società. I media ed i giornali hanno eclissato la loro "terza pagina" (quella della cultura), i partiti politici affollati da esponenti incolti sono proiettati in una costante propaganda, l'università colta da paralisi intellettuale è afflitta da nepotismo e familismo (amorale), e nelle famiglie lo spazio della discussione è quasi scomparso. Ma oggi in questi contesti educativi e nei territori italiani prospera "la cultura arcobaleno: attimi di suggestione e di colore dopo una tempesta mediatica". Pochi docenti illumitati portano avanti come una bandiera il loro esempio professionale nella loro pratica quotidiana didattica ed educativa. A loro come genitore e come neuropsichiatra un attestato di stima ed un grazie.
claudio coscarella neuropsichiatra infantile