“Negli anni Cinquanta del Novecento, noi ragazzini riesi, un po' per gioco, un po' per avere qualche liretta in tasca, andavamo a caccia di turisti tedeschi, per vendere qualche pezzo di minerale. Cosa che normalmente ci riusciva. Comunque è una lunga storia”. A parlare così è Beppino, ex ragazzo che ora vive a Rapallo. Ma andiamo con ordine e scopriamo che quel suo dire l'ho catturato nello spazio internet di facebook, chiamato “Rio Elba com'eremo”, forte di quasi 1000 aderenti. Uno scrigno colmo di memorie storiche, sentimenti e amicizie, offerto dalla gente autentica di quella zona, un'area collinare, mineraria un tempo famosa nell'Elba dell'est.
Lo spazio Fb è animato da tanti e spesso da Pietro (Tullio) Chionsini, ovvero l'uomo dai tre cuori, come ebbi a definirlo in un articolo del passato, ex segretario amministrativo all'istituto per ragionieri Cerboni a Portoferraio, gestiva un bilancio annuale di circa 4 miliardi. E altri internauti abituali si fanno sentire, Romano Mengini ad esempio, Renzo Paoli, Marta Giordani e molte altre signore, che amano partecipare e attingere dal sito telematico. Spuntano foto datate o attuali, accompagnate da ricordi e battute su vari avvenimenti.
E' il caso di Beppino, di cui dicevo, in realtà Giuseppe Gemelli, ora settantanovenne, che ha pubblicato qualche giorno fa una foto del 1953 che lo ritrae insieme Luciano Barbetti, al centro e a destra Renato Giuliani. Erano allora ragazzini sui 14 anni e l'immagine è particolare perché è stata scattata da Kevin, uno svizzero, che senza dubbio è stato uno dei primi a scoprire l'Elba del nascente turismo. Da allora sono spuntati via via alberghi, che poi sono arrivati ad essere circa 200, oltre a campeggi, affittacamere e simili strutture. Beppino ha raccontato qualcosa di quell'evento del '53 che sta dietro la foto accennando anche dei suoi amici. “Io ora vivo a Rapallo e nella mia vita ho svolto attività nel settore credito /assicurativo - ha detto - Luciano vive a Livorno mentre Renato è in Germania. Tutti in buona salute”. Quindi i tre futuri giovanotti e poi uomini avevano dimostrato a quei tempi, un certo senso negli affari, avendo capito che questi nuovi visitatori erano molto interessati a procurarsi lo storico minerale isolano, ricercato nel sottosuolo fin dai tempi degli antichi greci.
I ragazzini del '50 si davano quindi da fare e muniti di qualche pezzo di minerale, come ha detto il Gemelli, andavano a caccia di stranieri. “Lo svizzero- conclude Beppino - lo individuammo bene perché veniva su in bicicletta. A quel tempo la strada era in terra battuta, non c'era asfalto, quindi era uno sportivo dalla gamba buona. La trattativa si realizzò e facemmo un buon bottino fatto di cioccolata, ovviamente Svizzera e anche delle sigarette che diventarono un piccolo contributo anche in famiglia. Poi ci scattò la foto e me la mandò in seguito al mio indirizzo di via Zambelli". La strada mostrata dalla foto era quella dove attualmente ci sono ampi posteggi, vicino alla sede del comune, un'area allargata negli anni. Risulta preziosa questa testimonianza popolare che dice di come l'Elba voltasse pagina nel dopoguerra e le miniere vennero poi chiuse. Gli ex minatori, gli ex contadini isolani si trasformarono in commercianti e addetti al turismo, settore che oggi registra milioni di presenze l'anno.
L'Elba delle atmosfere semplici e di valore degli anni Cinquanta sembra scomparsa, ma Beppino l'ha fatta rivivere.