Il giorno 5 ottobre, il Teatro dei Vigilanti- Renato Cioni ospiterà il Coro S’Agnese in piazza Navona.
Il concerto ad ingesso gratuito presenta una mescolanza di musiche di diverso genere e altrettanto diversa epoca. Dopo il “romanesco”, Canta si la voi cantà, con cui il coro si presenta al pubblico, la successione delle musiche si avvia con due brani legati alla personalità di Lorenzo il Magnifico. Dei famosi “canti carnascialeschi”, con cui Lorenzo amava rallegrare la corte durante i giorni di festa del carnevale, nulla c’è giunto che non sia testimonianza indiretta; il suono della musica si può solo ipotizzare, tenendo presente quella più vicina nel tempo e probabilmente più affine nello stile, costituita dalle frottole, pubblicate in abbondanza proprio all’inizio del 1500 da Ottaviano Petrucci da Fossombrone. Tra queste, appunto, la spiritosa barzelletta di Josquin Desprez, El grillo è bon cantore. Benché i contatti tra il musicista più importante del Rinascimento (Rinascimento in senso stretto, quindi quello della grande arte fiorentina a cavallo tra Quattro e Cinquecento) e la cerchia medicea non siano certi, la frequentazione di Josquin con le più importanti corti italiane del tempo - copiosamente testimoniata, anche se non puntualmente ricostruibile – rende lecito supporre che la sua musica fosse ben conosciuta e apprezzata anche a Firenze.
Alla frottola di Josquin segue una musica la cui melodia, assai probabilmente, è quella su cui venivano intonati i più famosi versi di Lorenzo, Quant’è bella giovinezza. Questa melodia in realtà venne pubblicata alcuni decenni più tardi, su un testo spirituale, una laude, della figlia di Lorenzo, Lucrezia: la assonanza dei versi della laude con quelli del Trionfo di Lorenzo, la corrispondenza nella metrica, hanno permesso agli studiosi di ipotizzare ragionevolmente che questa fosse in origine effettivamente la melodia del Trionfo di Bacco e Arianna.
Il concerto prosegue con musiche sacre e spirituali: accanto al famoso Amazing grace, sarà possibile ascoltare alcuni brani che il coro di S. Agnese in piazza Navona intona la seconda domenica di ogni mese, per l’animazione della liturgia che vi si celebra. Si tratta di musiche che in qualche modo cercano di restituire dignità alla presenza della musica nella messa, superando il limite del banale nel quale spesso essa viene confinata all’interno delle liturgie del nostro tempo.
Con il Magnificat di Luca Marenzio (1554-1599) si compirà un salto indietro nel tempo di alcune centinai di anni, tornando, attraverso le armonie di un doppio coro, alle suggestive atmosfere del Rinascimento.
Lo stile swing italiano delle ultime musiche, incornicia un momento di sospensione nella pura poesia, con il canto sardo Non poto reposare. Il finale del concerto nel segno del gioco raffinato, del gusto per il ritmo e per il lazzo, ritorna idealmente alle atmosfere di cui Lorenzo amò circondarsi nella propria corte.
Per gli amanti della musica, un concerto d’eccezione offerto da un coro storico romano.
L’assessore alla cultura e al turismo
Nadia Mazzei