La giovane elbana Lucrezia Ferrà e la coetanea Anna Carteri, per le propria tesi di laurea magistrale in Scienze per la pace: cooperazione internazionale e trasformazione dei conflitti all' Università di Pisa, nel 2017 hanno abitato per un lungo periodo in provincia di Messina, a Gioiosa Marea, per condurre ricerche sul campo circa l'adesione di quel Comune al Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar).
In quei mesi, nel vicino Comune di Montagnareale, chiude la struttura per Minori Stranieri Non Accompagnati (Msna) di cui era responsabile Giuliana Scaffidi.
Queste tre donne sono le autrici del libro che viene presentato venerdi 22 novembre -h18e30) a MardiLibri, la libreria del Centro Storico; un'occasione preziosa per ascoltare dalla viva voce delle dirette testimoni e al di là di convinzioni per 'partito preso', il resoconto delle problematiche, delle ostilità e della solidarietà, degli errori e delle soluzioni che si verificano in un territorio che ospita anche piccoli numeri di migranti, con l'obbiettivo, di im parare dall'esperienzia, ovviamente.
La Sicilia, oltre che terra di emigranti, per la propria posizione geografica ha visto fin dagli anni '70 le prime migrazioni tunisine, anticipando quel fenomeno che ha poi interessato il resto del Paese, che ha via via adeguato la propria legislazione, a volte -come di recente- creando problemi invece di risolverli.
La ricerca delle allora laureande si è svolta in tempo raele con la cronaca, che ci riportava il dramma degli abusi delle prigioni libiche, dalle quali provenivano anche le minori ospitate a Montagnareale.
Ci si trova a fare i conti con le mitologie sui migranti, gli sterotièpi pèiù beceri e irrazionali, le paura quasi sempre pregiudiziali rispetto alla realtà.
Una ricerca avviata per poter dare una risposta alla domanda iniziale. “E' possibile, con l' impegno e adottando i giusti strumenti, promuovere l' incontro e la crescita reciproca?” necessariamente la convivenza, spesso forzata, tra residenti e ospiti dei centri, deve sfociare nello scontro?
“Un lavoro – scrive nella postfazione il giornalista Silvio Buzzanca- che mette in luce ritardi politici e culturali, vuoti amministrativi e buchi legislativi che molti, in mala fede, usano per nascondere i loro veri sentimenti”.
CR