Le associazioni parrocchiali di Azione Cattolica (Ac) stanno per concludere le loro assemblee per convergere, domenica 26 gennaio, a Massa Marittima in occasione dell'assemblea diocesana. La convocazione dei soci dell'Ac è un importante appuntamento per rendicontare le attività del triennio e traghettare l'associazione nei prossimi anni. Il carattere popolare dell'Ac si esprime anche nell'elezione del nuovo consiglio diocesano che al suo interno individuerà i candidati al ruolo di presidente.
Ma come ci si sta preparando all'appuntamento di domenica prossima?
Ne parliamo con la presidente diocesana Manuela Montagnani, che sta per concludere il suo primo mandato.
<<In questo periodo – ci dice - le nostre parrocchie e la nostra Diocesi, così come tutte le altre realtà, sono in fermento: tutti i responsabili, a tutti i livelli, dal parrocchiale al nazionale, sono in scadenza. E’ un momento importante perché se da una parte c’è chi vive l’associazione con responsabilità e con spirito di servizio, dall'altra c’è ancora chi non vuole assumersi responsabilità e impegni. Ogni volta che ci avviciniamo a nuove elezioni ci troviamo di fronte a questa situazione: i presidenti, i vicepresidenti e i responsabili, come riportato nell'Atto Normativo, non possono durare in carica più di due mandati, a volte però non è così semplice sostituirli in quanto è necessaria la disponibilità di altre persone. Le presidenze, parrocchiale e diocesana, già da alcuni giorni hanno parlato con alcuni membri dell’associazione cercando di coinvolgerli come candidati per le imminenti elezioni>>.
Quali i temi al centro del cammino assembleare?
<<Il tema principale dell’assemblea sono i giovani. Infatti il titolo che abbiamo voluto dare all'assemblea è “discepoli – missionari di pace”. Questo in sintonia con papa Francesco che mostra grande fiducia nei giovani. A loro quindi viene affidato il compito di essere discepoli e missionari di pace, quella pace che oggi ci sembra un obiettivo tanto difficile da perseguire. Si parla quotidianamente di guerre, ma la pace purtroppo non è solo assenza di guerra, vivere in pace è qualcosa di molto più ampio>>.
E gli adulti di Ac?
<<Credo che il nostro compito nell'Ac, ma nella quotidianità in generale, sia comunque di fondamentale importanza. Potrei elencare molti compiti dell’adulto ma credo che oggi più che mai si punti a investire sul dialogo intergenerazionale. Il dialogo richiede capacità di “generare”, di testimoniare che è possibile essere persone mature, adulti sempre in cammino, attenti ai bisogni delle nuove generazioni, capaci di condividere quel patrimonio di storia, di vita cristiana e di attenzione al tessuto sociale e civile che è stata nel tempo l’Ac e lo è tuttora>>.
Su circa 50 parrocchie, l'Ac è presente in dodici, per un totale di oltre 400 soci, per metà adulti, un centinaio di giovani e altrettanti ragazzi (Acr).
<<Le nostre associazioni sono spesso incomplete, cioè non hanno tutte le articolazioni (ragazzi, giovani, adulti), e sono spesso nell'impossibilità di proporre e vivere un’esperienza positiva di Ac, capace di attrarre per la sua bellezza. Alcune sono piccole numericamente e con la presenza di molti soci anziani. Comunque, se l’annuncio e la conoscenza del Vangelo sono sempre meno presenti nelle nostre realtà, all'Ac è spesso chiesto di porsi in un’ottica di “primo annuncio”, a partire dalla riscoperta del Battesimo. In particolare, ci sembrano urgenti l'annuncio alle famiglie (in sinergia con l'Acr) e la capacità di dare risposta al mondo in cui viviamo>>.
L'Ac è impegnata da sempre nella formazione dei suoi associati. Numerosi sono i sussidi che vengono predisposti annualmente per accompagnare il cammino associativo. Gli incontri di formazione per adulti si svolgono nelle singole realtà e con alcuni momenti vicariali o diocesani. Una sfida è rappresentata dalle realtà familiari.
L'Ac, inoltre, realizza da anni la <<scuola educatori>> per i giovani che accompagnano i ragazzi soprattutto nei campi scuola che vengono organizzati per i ragazzi delle primarie e delle secondarie di primo grado e per i giovani. Questi ultimi si ritrovano non solo nel momento estivo ma anche nel periodo natalizio e in quello pasquale. Tra i temi affrontati: il primo annuncio, alcuni aspetti teologici, la ministerialità e la responsabilità laicale e associativa.
Al termine, Manuela invita all'impegno: <<Ognuno di noi ha qualcosa da donare, non aspettiamo che sia sempre l’altro a fare perché noi abbiamo qualcosa di più importante da fare. L'Ac è una grande famiglia ma ha bisogno di tante braccia per potersi donare. L'Ac non può e non deve essere riduttiva: non può essere solo l’appartenenza ad un associazione, non può essere una presenza passiva nella vita della comunità . Quindi, il mio invito è di ascoltare quella chiamata che ci è stata fatta ma che, a volte non vogliamo ascoltare; coraggio, siamo sempre in tempo per cominciare a lavorare nella vigna del Signore>>.
Nunzio Marotti
da Toscana Oggi