Un opuscolo di ventitre pagine edito dalla Tipografia G. Cencetti (1930. Firenze) è intitolato “Cave di granito all’isola d’Elba. Seccheto - Cavoli - S. Piero in Campo - S. Ilario- Caviere - Calcinaio - Fetovaia - Poggio - Marciana”.
In questo libretto la S.A.G.E.(Società Anonima Graniti Elba) con capitale sociale di lire 1.200.000, via dei Servi 38 in Firenze, si presenta al pubblico.
Nella premessa, lo fa iniziando così “La ‘Seccheto Anonima Graniti Elba’ si è costituita l’anno decorso 1929 con un programma di rinascita e di intenso sviluppo industriale delle antichissime cave di granito che sotto l’Impero Romano fornirono le più superbe colonne a tanti monumenti di quell’epoca sontuosa…”
Segue la “La storia delle Cave del Seccheto e di Cavoli”: una interessante carrellata di storia che parte proprio da “quell’epoca sontuosa”, quella degli antichi romani.
“Come abbiamo precedentemente accennato, le venti e più cave della S.A.G.E. si trovano in comuni e luoghi diversi; diversi sono dunque i punti d’imbarco“. Queste le parole che danno inizio al terzo capitolo intitolato “Mezzi di caricazione e imbarco“, capitolo tutto dedicato ad un passaggio importante quello del trasporto del granito dalle cave e suo imbarco su nave.
Così avveniva per la cave di Seccheto e Fetovaia e Cavoli:..essendo situate immediatamente sul mare, trasportano a mezzo binari e carrelli ai piazzali a mare e imbarcano su velieri o moto-velieri a mezzo di gru a legno dette localmente pick, che pur di costruzione
semplicissima, permettono di mettere a bordo circa 10 tonnellate all’ora con minima spesa di caricazione”.
Nella foto scattata all’epoca si vede un motoveliero che imbarca granito, trasportato a mezzo binari ecarrelli, alla banchina di Cavoli e tirato su a mezzo di gru a legno detto pick. (vedi foto)
L’opuscolo termina con un capitolo sulla qualità del granito estratto.
In questo periodo di crisi economica da emergenza sanitaria giustamente si parla e si discute di ripartenza turistica cioè come far riprendere il turismo sull’isola.Ma questa vicenda dimostra la fragilità della economia elbana legata prevalentemente al turismo che è stagionale.
Perché allora non parlare anche di un programma di rinascita e di sviluppo che renda l’economia elbana meno fragile, che possa dare lavoro tutto l’anno,che possa affiancarsi al turismo e che sia compatibile con l’ambiente.
Guardando al passato possiamo forse trovare aiuto a programmare il futuro.
Estrarre granito nel 1929 era per la S.A.G.E. (Seccheto Anonima Graniti Elba) un programma di rinascita e di intenso sviluppo industriale che dava lavoro per tutto l’anno.
Marcello Camici
Nella foto: Motoveliero sotto carico alla banchina di Cavoli