Stiamo vivendo un ritorno della pandemia, a Parigi è stato dichiarato il coprifuoco, in Italia stiamo per affrontare un autunno pieno di incognite, proprio in queste ore il Governo valuta l’ipotesi di imporre un coprifuoco per evitare un secondo lockdown. A mio parere, forse è arrivato il momento di chiederci quale Italia vogliamo nell’era post pandemia.
Ogni criticità, ogni problema, ogni crisi può diventare un’opportunità, dipende da noi, dalla capacità che abbiamo nel risollevarci dopo essere caduti; anche dall’emergenza Covid-19, che come un fiume carico ha fatto emergere le difficoltà del nostro Paese, che erano già presenti prima della pandemia dove eravamo alle prese con una crisi economica, sociale, culturale senza precedenti che il lockdown ha solo portato alla luce.
Come dopo la Seconda Guerra Mondiale, con il piano Marshall, i nostri nonni i nostri padri hanno ricostruito l’Italia dalle macerie, ora spetta a noi la sfida della seconda ricostruzione, per un’Italia nuova, più equa, più solidale, dove l’ascensore sociale riprenda a funzionare, dove il merito e non la raccomandazione permetta ai giovani di trovare lavoro, dove non dobbiamo assistere alla fuga dei cervelli perché in Italia domina il nepotismo e nelle università il baronismo e vengono favoriti i figli, i figli dei figli, gli amici, i figli degli amici, gli amici degli amici.
Il virus ci ha fatto prendere atto delle nostre difficoltà, a rivedere le priorità, ci sta dando l’opportunità di confrontarci con un mercato del lavoro in crisi da decenni, con una scuola che da tempo non è più luogo di formazione e cultura, con una assoluta mancanza di una politica industriale.
Serve una visione a lungo termine per il futuro del Paese, fissare nuovi obiettivi, riscoprire la Politica, quella con la “P” maiuscola, che agisce per il bene comune.
La politica deve indicare una strada da percorrere e obiettivi da raggiungere. La scuola, l’università, la ricerca scientifica e industriale, devono essere il motore di una rinascita di cui non si può fare a meno.
Il Paese è depresso, uno dei sintomi è la diminuzione costante della popolazione, non si nasce più, il numero dei morti supera quello dei nati. Un Paese dove non si nasce e destinato alla morte sociale. Ci viene data una seconda chance a seguito del lockdown con il Recovery Fund (209miliardi di euro destinati agli italiani), servono per fare ripartire il Paese e tornare ad essere protagonisti in Europa e nel mondo. Non possiamo farci sfuggire questa seconda chance per costruire una nuova Italia, un nuovo Rinascimento che mette l’Uomo al centro di tutto.
Enzo Sossi