Don Domenico Pinheiro, che dirige la parrocchia di San Giuseppe nella periferia di Portoferraio, si rivolge a tutti i fedeli e ai parrocchiani in particolare, annunciando il nuovo orario delle Sante Messe a partire dal giorno 14 giugno, orario che resterà in vigore fino al 12 settembre di quest'anno. Il rito religioso nei giorni festivi e alla domenica sarà realizzato alle 8, quindi alle 11 e alle 19. Nei feriali e prefestivi alle ore 19; il Santo Rosario verrà recitato in chiesa nei giorni feriali alle 18,30, mentre l'Adorazione Eucaristica si terrà, nel medesimo luogo di culto, ogni martedì e il primo venerdì del mese, alle 18. E prosegue il parroco con la rubrica sulla vita di tre Santi, del mese di giugno, espressa in sintesi.
SANT'ANTONIO DA PADOVA (celebrato il 13.6)
Portoghese di Lisbona, Fernando nasce da nobile famiglia nel 1195. A 15 anni entra nell’Ordine dei canonici regolari di Sant’Agostino, e ordinato sacerdote all’età di 24 anni, fa la carriera di teologo e filosofo. Poi lascia i canonici agostiniani per seguire le orme di Francesco d’Assisi, facendosi chiamare Antonio e nel 1221 raggiunge Assisi. Incontra Francesco che lo invia in Romagna, a Forlì, dove rivela il suo talento di oratore con profonda cultura biblica e semplicità d’espressione. Predica poi nel nord Italia e nel sud della Francia, senza risparmiare parole di correzione per la decadenza morale di alcuni esponenti della Chiesa. Torna a Bologna come maestro di teologia per i frati in formazione su ordine di Francesco . A 32 anni, viene nominato superiore delle fraternità francescane del Nord Italia e quando predica attira grandi folle, o sta ore nel confessionale e si ritira in solitudine. Sceglie di risiedere a Padova, nella piccola comunità francescana della chiesa di Santa Maria Mater Domini e scrive i Sermones, un trattato per formare i confratelli. La predicazione nella Quaresima del 1231 è considerata il suo testamento spirituale e già provato da problemi di salute e logorato dalle fatiche, acconsente a ritirarsi per un periodo di convalescenza vivendo sopra un grande albero di noce, per trascorrere le giornate in contemplazione, ma anche dialogando con la gente semplice del borgo . Spira a soli 36 anni dicendo “Vedo il mio Signore”. Il dottore della Chiesa, a Padova, viene semplicemente chiamato “il Santo”.
SAN GIOVANNI BATTISTA (celebrato il 24.6)
Giovanni Battista disse di se stesso : “Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!”. I Vangeli ci dicono che viveva nel deserto, vestito di peli di cammello, mangiava locuste e miele selvatico, faceva penitenza e predicava invitando alla conversione. Un giorno, sulle rive del Giordano, ci fu l’incontro con lo stesso Messia che gli chiese di essere anche lui battezzato. Fu un battesimo di penitenza quello operato da Giovanni che è figura del Battesimo secondo lo Spirito. “Io vi battezzo con acqua per la conversione ,- diceva ai suoi discepoli - ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di sciogliere il legaccio dei suoi sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. E dopo aver battezzato il Salvatore confidava: “Ora la mia gioia è completa. Egli deve crescere e io invece diminuire” . La sua missione era compiuta. Giovanni il Battista amava la verità e per questo muore decapitato in prigione. Lo aveva fatto arrestare il re Erode a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Erode però riconoscendo in lui un uomo giusto, non avrebbe voluto farlo uccidere. Ma Erodiade convinse la figlia Salomè a chiedere, come premio per la sua danza ad un banchetto, proprio la testa del Battista. Giovanni Battista, detto appunto il “decollato”, i resti della sua testa sono conservati nella Chiesa di san Silvestro in Capite a Roma, priva però della mandibola che si trova nella cattedrale di S. Lorenzo di Viterbo.
SANTI PIETRO E PAOLO (celebrato il 29.6)
Il 29 giugno è la festa solenne dei Santi Pietro e Paolo, testimoni di Gesù fino al martirio. Le loro vite sono state rigenerate dall’incontro con Cristo. A Pietro, un pescatore di Galilea, Gesù disse: "Tu sei Pietro e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa". Paolo ha fatto l’esperienza della grazia: da persecutore è diventato apostolo di Cristo. Quella del 29 giugno è in modo speciale la festa della Chiesa di Roma, fondata sul martirio di questi due Apostoli. Ma è anche una grande festa per la Chiesa universale, come ha ricordato Papa Francesco all’Angelus del 29 giugno 2013: "Tutto il Popolo di Dio è debitore verso di loro per il dono della fede. Pietro è stato il primo a confessare che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio. Paolo ha diffuso questo annuncio nel mondo greco-romano. E la Provvidenza ha voluto che tutti e due giungessero qui a Roma e qui versassero il sangue per la fede. Per questo la Chiesa di Roma è diventata, subito, spontaneamente, il punto di riferimento per tutte le Chiese sparse nel mondo. Non per il potere dell’Impero, ma per la forza del martirio, della testimonianza resa a Cristo da Pietro che la professò per primo e Paolo l'annunciò alle genti".