Il silenzio della notte squarciato dalle sirene, le prime luci del sole tra sgomento e cordoglio profondo. Così questa mattina si è risvegliata Bagnaia, frazione di Rio, dove ieri sera è morto un uomo. Il turista di mezza età è stato stroncato da un malore. Vani i soccorsi. Una tragedia che ha sconvolto l’intera comunità, rimasta attonita e inerme davanti ai lampeggianti blu delle ambulanze. Al sudore dei soccorritori, ad una vita spezzata troppo presto. Tutti a Bagnaia si stringono a familiari, amici e parenti dell’uomo.
E se è grande la consapevolezza che è difficile sfuggire al proprio destino, l’accaduto ha inevitabilmente riacceso i riflettori sull’importanza di avere un punto di primo soccorso dotato di defibrillatore. Anche e soprattutto nelle località più piccole: nel caso di Bagnaia nella “zona più lontana dell’impero” per dirlo nelle parole del sindaco di Rio, Marco Corsini.
Il pensiero dei bagnaiesi va alla Casa del Pescatore, l’immobile del demanio marittimo rimasto per anni abbandonato e di recente affidato, tramite un contestatissimo bando di gara, ad una scuola di diving. La “baracca” sulla spiaggia che tutti i bagnaiesi, di nascita e acquisiti, sentono come propria. E’ li che l’associazione Amici di Bagnaia, che da anni si occupa della cura e del decoro della piccola località con vista Portoferraio, sogna una struttura di utilità sociale con servizi. Docce e bagni pubblici pienamente accessibili; un locale di primo soccorso con defibrillatore e personale, tra cui gli stessi volontari, specificamente formato. Pronto ad intervenire in caso di emergenza. Un punto di riferimento sulla spiaggia, accanto all’area giochi per bambini, tra case, attività di ristorazione e residence. Un infopoint turistico multilingue ed un ricovero per piccole imbarcazioni. Al primo piano la sede dell’Associazione con i locali aperti a residenti e villeggianti.
Un progetto socioculturale che rischia di tramontare dietro a un bando che ha spalancato le porte della vecchia casa del pescatore al business. Così la “baracca”, immortalata in fotografie ingiallite risalenti ad oltre mezzo secolo fa, sarà presto offuscata dalle imbarcazioni che arriveranno al lato della baia, tra i vacanzieri in cerca di un angolo di tranquillità; in attracco al pontile curato e manutenuto dai volontari di Bagnaia. Un deposito di bombole ed equipaggiamenti accanto ad altalene e scivoli. Fuori luogo, fuori contesto. Non è così che i bagnaiesi immaginavano di strapparla all’abbandono. Perchè la “baracca” resti alla collettività, sia di tutti e per tutti.
Sara, bagnaiese acquisita.