Internet è nato nel 1969 come Arpanet, dalla collaborazione tra la Difesa americana e diverse università, per scopi bellici; doveva garantire la condivisione sicura e veloce di dati e informazioni in caso di conflitto, in un momento storico in cui gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica lottavano per la supremazia mondiale. Oggi, dobbiamo cominciare a pensare di avere delle regole comuni e condivise per un mezzo che utilizziamo giornalmente ed ha rivoluzionato la nostra esistenza, il nostro modo di comunicare, di pensare e che continua a cambiare ed evolversi quotidianamente.
La discussione ha preso impulso dalla decisione di Mark Zuckerberg, amministratore delegato e creatore di Facebook, di chiamarlo Meta. Una decisione strategica, cambiare tutto per non cambiare nulla. Facebook viene indicato come il network che viene utilizzato per fini pericolosi. Vi sarebbero una serie di collegamenti tra l’attività di Facebook e la violenza in Myanmar ed Etiopia e lo spionaggio di Cina e Iran. Lo stesso Facebook ha ammesso di non aver fatto abbastanza per impedire la diffusione di post che hanno infiammato l’odio contro la minoranza Rohingya perseguitata in Myanmar. Viene utilizzato da leader autoritari o terroristi in tutto il mondo per la diffusione di disinformazione, di fake news. FB ne è consapevole ed ha creato una serie di team specialistici che si occupano di controspionaggio, con monitoraggi, ad esempio, della partecipazione e coinvolgimento cinese sulla piattaforma, per tenere sotto controllo le popolazioni Uigure in tutto il mondo, dove hacker cinesi hanno preso di mira gli attivisti ed i giornalisti uiguri che vivono fuori dal paese con account facebook falsi e malawere. Lo stesso possiamo dire del governo iraniano che fa spionaggio sulla piattaforma facebook dove sono stati presi di mira gli oppositori al regime degli ayatollah.
Facebook ha dimostrato di avere una consistente carenza di personale per il controspionaggio e l’antiterrorismo, dovute alla continua proliferazione di tali minacce. La piattaforma costruita sui like, sulle condivisioni, sui commenti, sta alimentando un crescendo di violenza etnica, religiosa, politica, culturale con la diffusione incontrollata di cattiva informazione o disinformazione che, solo per citare gli ultimi avvenimenti, vanno dall’assalto a Capitol Hill alla pandemia di Covid-19.
Serve un cambiamento, avere regole standard per Internet. Il Far West, l’era dei pionieri, dell’assalto alla diligenza è finito. Il mondo ha bisogno di regole certe e condivise, di un’autorità internazionale indipendente con il compito di monitorare Internet. Infine, ma non per ultimo, sorge la domanda se facendo così corriamo il rischio di creare il grande fratello orwelliano? La risposta al futuro, auspicando di non fare danni irreversibili.
Enzo Sossi