L’Associazione Culturale Sarda “Bruno Cucca” festeggia il primo anniversario del riconoscimento da parte della Regione Sardegna incrementando il livello culturale delle Giornate della Sardegna.
L’edizione 2013 della manifestazione, che in piena stagione turistica da ormai sei anni offre alla comunità residente e agli ospiti un assaggio delle tradizioni, del folclore e della gastronomia sardi, si è arricchita di contenuti con le due mostre d’arte in corso a Portoferraio dal 22 luglio scorso.
Ad esporre sono Francesco del Casino, nella sala della Gran Guardia (appena varcate le porte della città medicea), e Alessandro Matta, presso il Centro espositivo “Telemaco Signorini” (all’ingresso in Darsena). Due artisti totalmente diversi nell’espressione pittorica accomunati però dall’attenzione rivolta all’universo femminile: sono le donne il soggetto principale delle sculture in ceramica di Del Casino e dei quadri di Matta, in linea con la scelta compiuta dall’Associazione “Bruno Cucca” che per la prima volta dal 2008 ha voluto ricondurre la Rassegna di cultura ed enogastronomia sarda ad un tema. Le donne.
“Nella scelta c’è la ferma volontà del direttivo di concentrare l’attenzione sui crimini e sulla violenza che nel nostro Paese e nel mondo quotidianamente vengono perpetrati ai danni delle donne, che ancora oggi, nel terzo Millennio, sono considerate un oggetto e private di diritti fondamentali per lo sviluppo e l’espressione individuale”, spiega Patrizia Cucca, presidente dell’Associazione. Alle donne è interamente dedicata la mostra di Alessandro Matta. Alle donne si ispirano le opere in ceramica di Francesco Del Casino. E le donne sono le protagoniste assolute dei due spettacoli del 27 e 28 luglio in piazza della Repubblica a Portoferraio, con le Actores Alidos (Cagliari) e il Gruppo folk di Paulilatino (Oristano). A chiudere questa sesta edizione, inaugurata il 22 luglio dalle due mostre d’arte, sono infatti il concerto di canti polifonici delle donne sarde sabato 27 luglio e il balletto in costume tradizionale sardo domenica 28 luglio. Musica, tradizione e folclore scandiscono il ritmo delle Giornate della Sardegna 2013, che per tutto il fine settimana apriranno uno spaccato su costumi e sapori dell’antica Icnusa.
In piazza della Repubblica, sia sabato che domenica, dalle ore 19 saranno aperti gli stand eno-gastronomici dell’Associazione. Il menù di quest’anno prevede malloreddus alla campidanese, pennette alla bottarga di Cabras, l’immancabile maialetto allo spiedo, pecora bollita, maialetto alla vernaccia, sebadas e cannonau.
Curate dall’Associazione Culturale Sarda “Bruno Cucca”, fondata a Portoferraio nel 2007 in memoria del giovane imprenditore lanuseino Bruno Cucca per rinsaldare il legame che unisce la Sardegna all’Elba per la presenza sull’isola toscana di una nutrita comunità sarda, le Giornate della Sardegna sono organizzate con il contributo e il patrocinio del Comune di Portoferraio, della Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (Fasi) e della Regione Autonoma della Sardegna.
“L’Associazione Culturale Sarda “Bruno Cucca” e le Giornate della Sardegna” nascono per fare dell’Elba un luogo di condivisione di saperi, tradizioni e valori che appartengono a un’altra cultura, quella sarda, ma che per la presenza di una consolidata comunità sarda sull’isola convivono con i saperi, le tradizioni e i valori propri dell’Elba. La comunità sarda dell’Elba rappresenta due isole nell’isola”, spiega il presidente Patrizia Cucca.
Le mostre di Del Casino e Matta
Inaugurate con una conferenza stampa congiunta del Comune di Portoferraio e dell’Associazione “Bruno Cucca”, le esposizioni di Francesco Del Casino e di Alessandro Matta hanno aperto le Giornate della Sardegna concentrando l’attenzione sul tema della centralità della donna che caratterizza l’edizione 2013 della manifestazione.
All’universo femminile è totalmente dedicata “Radici”, la mostra di Alessandro Matta, che nasce come grafico pubblicitario ma si afferma nel panorama artistico e culturale italiano soprattutto come pittore contemporaneo riscuotendo significativi e importanti apprezzamenti della critica. “Radici” è un omaggio dell’artista alle due isole che ne hanno scandito vita e formazione: l’Elba, dove Matta è nato e cresciuto, e la Sardegna, nella culla delle cui tradizioni si è formato avendo il padre di origini sarde (la madre è elbana). Dall’anno del suo esordio nel mondo artistico, nel 2006 con la collettiva presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, ad oggi Alessandro Matta ha collezionato un successo dietro l’altro partecipando a rassegne e iniziative culturali in Italia e all’estero. Nel 2010 è stato inserito nell’Annuario d’Arte Italiana “Art Pages 2010” e le sue tele sono volate fino a Tokyo e New York, dove ha esposto all’interno dell’Italian Feelings, dedicato all’arte contemporanea italiana nel mondo. Nel 2011, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, partecipa a una collettiva presso il Complesso dei Di oscuri del Quirinale a Roma ed espone all’Istituto Italiano di Cultura di Praga. Nel 2012, in occasione delle celebrazioni per l’Anno Internazionale delle Energie Rinnovabili, le sue opere vengono esposte nella Collettiva presso l’Istituto Italiano di Cultura di Colonia e nel 2013 partecipa alla prima edizione di “Mondo”, Internazionale d’Arte nello spazio museale di Kunstelforum di Bonn ed è vincitore del Premio Tiziano con l’opera “Lo sai che non chiama”. Dopo la personale a Portoferraio per le Giornate della Sardegna, l’artista sarà presente alla IX edizione della Biennale di Firenze, in programma dal 30 novembre all’8 dicembre 2013, con il supporto dell’Hotel & Residence Le Acacie di Naregno.
Di Francesco Del Casino, senese di origine e sardo di adozione avendo trascorso 20 anni della sua vita in Sardegna - ad Orgosolo soprattutto, dove per anni è stato titolare di una cattedra di educazione artistica -, nella sala della Gran Guardia sono esposte sculture in ceramica e quadri dallo stile e tratto pittorico inconfondibile. Evidenti i richiami a Guttuso e Picasso ma anche alla cultura finto primitiveggiante. Il legame dell’artista con la Sardegna è scritto soprattutto nei muri di Orgosolo, dove a partire dal 1975 dà il via all’esperienza dei murales, spinto – come lui stesso spiega – dal desiderio di “rompere il muro che divide la scuola dalla società”. Il 90% dei murales di Orgosolo sono opera di Del Casino, che ne viene considerato il “padre”. Nei “suoi” muri di Orgosolo, un paese posto al margine settentrionale della Barbagia, scorrono pezzi di storia d’Italia, attraverso le immagini che celebrano il trentennale della Liberazione, e di un’Isola, attraverso storie di vita della comunità orgolese. Nell’unicità dei murales di Del Casino si leggono le aspirazioni e le speranze, i malesseri e il disagio di una società che forse più di altre ha sofferto un senso di esclusione e di marginalità.
Dopo la parentesi sarda, al suo rientro in Toscana l’artista ha continuato la sua esperienza pittorica e si è dedicato alla scultura in ceramica, grazie alla quale partecipa a tutta una serie di progetti educativi all’interno di una cooperativa sociale legata anche al mondo delle diverse abilità. Nel 2003 dipinge il drappellone del Palio di Siena, nel 2008 realizza un murale commemorativo della Battaglia di Montaperti (a Presciano). Numerose le personali e le collettive a cui partecipa in Italia e all’estero (Grenoble e Mosca) e non si contano gli articoli, i testi e i reportage televisivi realizzati sulla sua opera. Tra gli altri, hanno scritto di lui i critici d’arte Aldo Cairola, Roberto Barzanti, Marco Fagioli e Carlo Arturo Quintavalle.
“Laras de coraddu” delle donne di Actores Alidos e il Balletto in costume del Gruppo Folk di Paulilatino
A chiudere le Giornate della Sardegna 2013 sono le donne di Actores Alidos, la sera di sabato 27 luglio (alle 21,30), e i 18 elementi del Gruppo Folk di Paulilatino, la sera di domenica 28 luglio (alle 21.30).
Il Gruppo femminile della compagnia Actores Alidos porterà sul palco di piazza della Repubblica il concerto di canti polifonici “Laras de Coraddu” (testualmente: Labbra di corallo). Nel titolo è racchiuso il senso dello spettacolo, che ripercorre l’antica tradizione delle donne sarde di porre nelle culle dei propri bambini amuleti di corallo, per allontanare gli influssi maligni, e di accompagnare questa consuetudine con canti benaugurali. Come il corallo, attraverso la ninna nanna, le labbra scacciavano gli spiriti maligni. Ma il canto di queste giovani madri, in realtà, accompagnerà tutte le fasi della vita dei figli, dalla nascita alla morte: le donne sarde cantavano per allontanare le paure, per evocare amori travagliati, per divertire i bambini, per proteggere dalle malattie, per celebrare riti religiosi, per accompagnare nell’ultimo viaggio della vita terrena.
“Laras de coraddu”, che dal suo debutto in Danimarca nel 2001 al Festival “Waves” è entrato nel circuito dei più prestigiosi festival internazionali, non è solo un inno alla donna. Nei canti polifonici a cappella delle donne sarde di Actores Alidos c’è la funzione sciamanica che la voce femminile aveva nella vita sociale della Sardegna. Una funzione che vibra e vive nella ricchezza timbrica delle cinque voci femminili che compongono il gruppo. Nelle loro tessiture vocali le sonorità millenarie della cultura sarda.
Nella loro esibizione, le Actores Alidos sono accompagnate dai virtuosismi musicali di Andrea Pisu (alle launeddas) e di Giovannantonio Masala (all’organetto).
Il Gruppo Folk di Paulilatino, che fa capo alla Pro Loco del paese (in provincia di Oristano) ed è nato nel lontano 1969, si esibirà nel tradizionale balletto in costume sardo. Saranno soprattutto le donne, le “femminas”, ad esibirsi nei balli della tradizione: “su passu”, “su tres e mesu”, “su passu torrau”, “su bicchieri”. Per quanto riguarda il costume, sono di particolare bellezza e fattezza artigianale, “sa unedda assettiada”, “su zibbone” e “su mucadore a bettadura”. Il Gruppo sarà accompagnato dall’organetto diatonico di Giuseppe Licheni