Grazie ad Aldo Cazzullo. Giornalista e scrittore Cazzullo, ultimati gli studi, nel 1988 è stato assunto come praticante nella redazione de ‘La Stampa’; grazie alla sua penna attenta e audace è stato una delle firme più note del quotidiano torinese sino al 2003, quando è diventato editorialista e inviato per il Corriere della sera.
Testimone di grandi appuntamenti elettorali e sportivi (in patria e all’estero), nonché profondo conoscitore dei costumi e della recente storia d’Italia, negli anni ha scritto numerosi saggi; tra questi I ragazzi di via Po. 1950-1961: quando e perché Torino ritornò capitale (1997), I ragazzi che volevano fare la rivoluzione (1998), Il mistero di Torino (2004, con V. Messori), Viva l’Italia (2010), L'Italia s'è ridesta (2012), Basta piangere. Storie di un'Italia che non si lamentava (2013), La guerra dei nostri nonni (2014), Possa il mio sangue servire. Uomini e donne della Resistenza (2015), Le donne erediteranno la terra. Il nostro sarà il secolo del sorpasso (2016), entrambi nel 2017, L'intervista. I 70 italiani che resteranno e Metti via quel cellulare. Un papà. Due figli. Una rivoluzione, Giuro che non avrò più fame (2018), Peccati immortali (2019, con F. Roncone), A riveder le stelle (2020) e, tutti nel 2021, Le italiane. Il Paese salvato dalle donne, Un italiano contro. Il secolo lungo di Montanelli e Il posto degli uomini. Dante in Purgatorio dove andremo tutti (2021); Mussolini il capobanda. Perché dovremmo vergognarci del fascismo (2022).
Nel 2011 ha pubblicato il suo primo romanzo, ‘La mia anima è ovunque tu sia’. Per questo romanzo e per tutta la sua carriera nel 2012 Cazzullo ha ricevuto il nostro premio.
La sua biografia, tratta dalla prestigiosa Enciclopedia Treccani, non è sufficiente per definire un quadro esaustivo della sua poliedrica personalità e della sua straordinaria sensibilità come scrittore e come uomo.
Ogni suo intervento televisivo è sempre calibrato, composto e dotato della pacatezza tipica di una persona colta e intelligente quale egli è.
Tutte queste qualità sono emerse nella puntata di ‘Una Giornata particolare’ dell’altra sera su La 7 dedicata alla vicenda napoleonica. Come privatamente ho scritto direttamente a Aldo, il prodotto ha avuto nel mettere la vicenda elbana di Napoleone al centro della sua intera incredibile storia politica, militare e umana il suo punto più alto.
Non entro nella parte storiografica e storica perché lascio ad altri le valutazioni del caso: certo è che da promotore culturale non posso che confermare la mia personale stima e ammirazione per chi come nessuno prima ha dato per due ore un’immagine della nostra isola così bella e centrale nelle vicende europee di due secoli orsono.
Da cinefilo posso solo immaginare la difficoltà e apprezzare la perizia nel realizzare tutte le riprese con droni così sapientemente utilizzati per tutta la parte delle stesse su Portoferraio. Oppure la cura con cui sono state riprese sia Villa dei Mulini, sia San Martino (si noti a proposito la precisazione storicamente apprezzabile sulla parte frontale ricostruita della stessa), ma specialmente il Teatro dei Vigilanti.
I testi del documentario e il continuo passare da un periodo storico all’altro hanno reso la visione assolutamente fruibile sia nella piacevolezza fotografica sia nell’accompagnamento musicale.
Infine una lancia va spezzata per l’amico architetto Paolo Ferruzzi che da anni interpreta in modo teatrale la presenza napoleonica all’Elba con un gruppo di attori sì dilettanti, ma che mettono il cuore in tutte le loro ‘performances’ e che più volte hanno collaborato con noi fin dai tempi in cui presentammo proprio ‘N’ di Ernesto Ferrero, anche lui protagonista del documentario, con un grande successo di pubblico.
Il mio giudizio è quindi di estrema positività perché all’Elba servono queste iniziative editoriali, insieme con quelle che con tanta dedizione promuove Acqua dell’Elba e senza falsa modestia con quelle che da un quarto di secolo promuoviamo noi, cercando di dare un’immmagine internazionale alla nostra isola. Ogni altra considerazione deve passare ‘in cavalleria’ come si dice, non perché non siano rilevanti e doverose la critiche e le osservazioni se pertinenti, ma piuttosto perché la promozione che per due ore ha avuto l’Elba, in una serata di così poco altro di interessante nella tv nazionale in chiaro, non ha prezzo.
Grazie quindi ad Aldo Cazzullo.
Jacopo Bononi