Oggi pensavo che “là fuori”, oltre la striscia di mare che ci separa dal continente, ci sono realtà interessanti, che parlano la lingua dell’etica, della sostenibilità, del tornare a riappropriarci delle antiche professionalità rurali con spirito 2.0. Si perché la tecnologia può essere utilizzata per ottimizzare le soluzioni tradizionali, contribuendo a semplificare e gestire meglio le operazioni, utilizzando in modo più efficiente le risorse e migliorare le comunicazioni.
Volete un esempio? Mai sentito parlare di Societing? Oddio, son sincera, fino a poco tempo fa neanche io. Ad ogni modo, societing è una nuova filosofia d’impresa, non solo di mercato, che parte dal presupposto che la crisi del sistema globale, non sia da intendersi come una crisi del mercato in sé e per sé ma di questo tipo di mercato, incentrato sul consumo indefinito, costante, crescente, illimitato.
Per cercare risposte concrete al crollo delle vecchie certezze, societing ci suggerisce che è utile ripartire dal centro, l’uomo, dalle sue reali necessità, abilità, potenzialità, riscoprendo il valore del principio della sostenibilità (e non più della consumabilità) nel fare. Mettere finalmente l’uomo e non la sua produzione, al centro dell’attenzione, significa realizzare un’etica di impresa aperta al confronto, allo scambio, al networking, alla messa in rete di talenti e capacità, senza perdere di vista la tradizione e l’atavico legame con la terra. A questo proposito nasce rural hub, una serie di esperienze di scambi di opinioni dedicate a chi vuol fare impresa rurale, ovvero startup legate alla terra, secondo un nuovo modello di ruralità innovativa.
E l’Elba? Deve per forza stare a guardare? No, io sogno che l’isola, grazie alle sue eccellenza, si possa dare da fare attraverso uno sviluppo sostenibile ed etico delle risorse e spero di potervi presto raccontare, con dovizia di particolari, una gran bella storia: seguitemi (Volo)!