Il Santo Natale è gioia, speranza, sogni, siamo tutti più buoni. Sono giorni di festa, di auguri, di serenità, di bambini felici che giocano con i regali appena ricevuti, di dolci e panettoni. Desidero raccontare una storia vera, una favola di natale come quelle degli elfi la notte della vigilia sotto l’albero. Un bambino che diventa campione del gioco immortale che insegna l’arte della strategia, della concentrazione, del rispetto delle regole e dell’avversario, che dovrebbe fare parte del percorso di studi di tutti. Inizio come nelle favole. C’era una volta….
In un rifugio per senzatetto a Manhattan, un bambino di 8 anni sta camminando verso la sua stanza, portando un carico imbarazzante tra le sue braccia, non turbato dalle urla di un residente in difficoltà. Il ragazzo è un rifugiato nigeriano con un futuro incerto, è raggiante. Non riesce a smettere di sorridere il suo carico imbarazzante è un enorme trofeo, grande quasi quanto lui. Questo senzatetto di terza elementare ha appena vinto nella sua categoria il campionato di scacchi dello Stato di New York. Una notizia positiva, in un’America che, non c’è dubbio, sia un campo di gioco inclinato che offre enormi vantaggi ai bambini ricchi. Le famiglie benestanti acquistano l’accesso a grandi università, illegalmente attraverso tangenti o legalmente attraverso donazioni. Quindi dovremmo sorridere tutti insieme a Tani, il neo campione di scacchi della scuola elementare pubblica. Nel torneo ha superato in astuzia i bambini delle scuole d’élite con insegnanti privati di scacchi. La famiglia di Tani è fuggita dalla Nigeria da Boko Haram, il terrorista islamico che uccide, violenta, tortura, rende schiavi i cristiani. Loro sono cristiani e il padre per salvare la famiglia è fuggito a New York. Vivono in un rifugio per senzatetto, la madre fa le pulizie ed il padre l’autista. Tani ha cominciato a conoscere gli scacchi grazie alla scuola pubblica che frequenta dove un volontario ha insegnato il nobil gioco a tutti i bambini. Per Tani la vita non è facile, viene bullizzato, è un senzatetto ed i suoi compagni di scuola lo prendono in giro. Lui torna a casa piangendo, la sua forza gli viene dagli scacchi, si mette sul pavimento del rifugio e si esercita a scacchi per ore ed ore ogni sera e dimentica le cattiverie. E’ motivato, vuole essere il migliore. I suoi insegnanti sono meravigliati dei suoi progressi, è arrivato a questo livello senza risorse familiari. Tuttavia, Tani ci ricorda che i rifugiati arricchiscono e che il talento è universale, anche se le opportunità non lo sono. In Nigeria la sua genialità negli scacchi non avrebbe mai avuto un futuro. Con questa favola vera auguro (e scusate il ritardo) a tutti un sereno Santo Natale.
Enzo Sossi