"Appello ai Comuni per il nuovo canile, lo lancia Elbaviva". Un messaggio datato, oggi quell'associazione non esiste più. E' quello un titolo di un articolo del 1997 che metteva anche in evidenza come la legge 281 del 1991 prevedesse in ogni Comune l'esistenza di un canile.
Per l'Elba si prospettava di averne almeno uno comprensoriale. Sono passati 16 anni e il canile non esiste. Ma oggi Giuseppe, un detenuto, è pronto a gestire un canile tra le mura del forte San Giacomo che ospita la nota casa di reclusione. La vicenda annosa irrisolta, potrebbe quindi trovare una soluzione rispetto alle incapacità dimostrata dagli Enti locali di dotarsi di un servizio indispensabile. Una storia lunga, che registrò il forte impegno dei "Ragazzi del canile", oltre che dell'Enpa, con dispute di anni per la questione senza arrivare mai a soluzioni. Ma ecco che Paolo Maddonni, del team di educatori che agiscono nell'istituto di pena diretto da Francesco D'Anselmo, non ha dubbi. "Possiamo gestire un canile, lo abbiamo detto agli amici dell'Enpa. Siamo disponibili a creare una struttura in grado di dare questo servizio fondamentale. Del resto abbiamo garantito, insieme all'Enpa sino a poco tempo fa, un gattile nella nostra struttura, impegnando sempre il nostro detenuto Giuseppe. Nella nostra quotidianità provvediamo alla cura di gatti e cani di vari reclusi". Quindi la svolta può avvenire e il carcere può dare una risposta a esigenze pluriennali fino ad oggi disattese. Una questione animata da progetti, incontri politici, stanziamenti, dibattiti a vari livelli ed è nota la battaglia dei giovani che gestirono un improvvisato canile ma funzionale nella sede degli ex macelli a Portoferraio. Poi fu smantellato nel 2002 perchè non rispondeva ai criteri di legge, ma riusciva ad accogliere animali abbandonati." Importante - conclude Maddonni- ovviamente sarà avere i finanziamenti necessari e trovare gli accordi con gli Enti locali. Noi possiamo garantire questo servizio per un certo numero di cani, lo spazio idoneo non ci manca". Non meno noti sulla vicenda i ripetuti appelli dell'Enpa, per sollecitare i Comuni elbani a trovare un accordo sulla realizzazione del canile, e la Regione Toscana aveva
disposto uno stanziamento di oltre 130mila euro per affrontare l'emergenza che si rinnova ogni anno e si acuisce quando l'isola ospita migliaia di turisti. Non esiste né un box di prima accoglienza né un servizio di pronto soccorso veterinario. Ora dal carcere una soluzione.
Una sorta di "Uovo di Colombo" che darebbe agli amici dell'uomo a 4zampe abbandonati servizi idonei. Chissà che il miracolo dopo 16 anni e più possa avvenire.