In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio), sul tema della memoria e delle responsabilità, va segnalato quanto è maturato all'interno di quella grande realtà nazionale che è il Club Alpino Italiano (Cai).
Mercoledì scorso, presso il Centro Ebraico Italiano di Roma, si è svolta la cerimonia di riconsegna delle tessere associative ai discendenti degli espulsi dal sodalizio in applicazione delle leggi razziali fasciste.
In questo modo, dopo più di ottanta anni il Cai, come si legge in una nota, "riapre la questione e inaugura un percorso di autocritica, riflessione storica e rielaborazione etica. Nel 2022, all’annuale Assemblea nazionale dei delegati, con i rappresentanti di tutte le Sezioni ed i soci dell’associazione, è stata approvata all’unanimità una mozione e programma di indirizzo che impegna il Cai a ricostruire i fatti rielaborando la propria storia, riconoscere la propria responsabilità nel dare continuità alla politica razziale fascista, pubblicare articoli sui fatti e ricerche storiche sull’argomento, riammettere formalmente tutti i soci espulsi (riabilitandone e onorandone la memoria, ove possibile consegnando delle tessere Cai alla memoria agli eredi dei soci espulsi dalla Sezione di Roma, posando delle pietre di inciampo per i soci espulsi)".
Durante l’incontro, è stato trattato il tema del Cai “fascistizzato” e dell’applicazione delle leggi razziali anche alla comunità degli alpinisti. Tra gli ebrei espulsi anche personalità come i Premi Nobel Franco Modigliani ed Emilio Gino Segrè, lo scrittore Alberto Moravia, il medico Attilio Ascarelli, il conte Ugo Ottolenghi di Vallepiana, già ufficiale degli alpini durante la Prima guerra mondiale.
Nunzio Marotti