Sono un istriano-triestino che vive e lavora a Porto Azzurro da quasi tre anni. La mia una scelta di vita, sentivo il bisogno di ritrovare me stesso e di vivere una nuova esperienza di vita. La scelta dell’isola verde forse dovuta all’istinto, alla fortuna, sono credente e credo sia stata la Volontà dello Spirito Santo. Stregato dal primo momento che sono sceso dal traghetto che da Piombino porta a Portoferraio. Giro per l’isola con uno scooter d’antan del 2005, che mi permette di sentire sia gli odori della salsedine del mare che dei pini delle colline. Mi sento libero e felice, non sento la necessità di andare a Piombino, sul continente, qui ho trovato tutto quello di cui ho bisogno.
Il mio sguardo come quello di un bambino che vede il mondo per la prima volta, per questo mi permetto, sommessamente, di fare alcune riflessioni sulle strade dell’isola. Anzi sui limiti di velocità delle autovetture e dei camion che a volte vedo sfrecciare a velocità folli per le strade dell’Elba.
Ritengo sarebbe opportuno aprire un dibattito con la cittadinanza e gli amministratori dei sette comuni dell’isola per ipotizzare dei limiti di velocità. Per la tutela sia dei molti turisti che vedo circolare per le strade tortuose ma anche per i residenti che vivono l’Elba tutto l’anno, con i sacrifici che devono affrontare ogni estate con l’invasione dei turisti. Un’invasione ben voluta che porta benessere e prosperità agli elbani, posti di lavoro e una mentalità aperta, tollerante, multietnica e internazionale.
Forse, sarebbe necessario porre dei limiti di velocità nei centri storici dei vari comuni elbani di circa 30 km, con dissuasori di velocità e autovelox con sanzioni inflessibili e costose in proporzione al reddito di chi le viola. Con una crescita esponenziale a partire da 100 euro per la prima infrazione per arrivare ai 1.000 per la terza ovvero alla confisca dell’automezzo in caso di ripetute infrazioni. Porre dei limiti di 50 km su tutta l’isola con eccezioni di 70 km sulle strade che lo permettono. Con autovelox che dovrebbero essere posizionati lungo le strade e segnalati puntualmente alla cittadinanza e ai turisti su dove sono ogni settimana. Le indicazioni stradali in italiano e inglese obbligatoriamente.
Tuttavia, mi rendo conto che le migliaia di possessori di autovetture dell’isola forse potrebbero ritenere tali proposte impopolari, improponibili. Le rivoluzioni non vengono perché popolari ma delle élite illuminate che amano l’Elba si pongono il problema di come migliorare la qualità della vita della gente.
Enzo Sossi