La Scuola Primaria “G. Marconi” di Rio Marina, plesso appartenente all’Istituto Comprensivo di Porto Azzurro, ha adottato una misura per attutire i rumori in classe, nello specifico quelli dovuti allo spostamento delle sedie.
Il trascinamento delle sedie, operazione che si ripete innumerevoli volte al giorno all’interno di una classe, provoca un rumore di fondo che si connota come un vero e proprio inquinamento acustico che disturba gli alunni, in particolare quelli con una ipersensibilità al rumore, con disturbi del comportamento e di facile distraibilità. Gli
effetti, ormai sperimentati dall’inizio del corrente anno scolastico, sono stati di estremo beneficio per tutti i piccoli studenti del plesso e per i loro insegnanti.
Gli alunni, così come le famiglie, hanno apprezzato l’idea che, oltre alle ricadute positive sullo svolgimento delle attività didattiche, ha evidenziato altri aspetti positivi: le aule diventano più belle e accoglienti, grazie al tocco di colore dato dalle palline; in più, l’iniziativa è a costo zero, in quanto le palline utilizzate sono state donate da Roberto Vacca, insegnante federale presso il Tennis Club Portoferraio e responsabile della gestione del Tennis Procchio – Le Mimose. Le palline, dopo essere state usate per i corsi e le varie attività sportive, sarebbero state cestinate in quanto non più efficienti.
Il responsabile di plesso, Pierluigi Martano, insegnante della 5°A e tennista amatoriale, “allievo” del maestro Vacca, ha sperimentato sin dal primo giorno di scuola nella classe 5°A gli effetti delle palline sotto le sedie, raccogliendo le reazioni degli alunni, constatando la riduzione sostanziale del rumore in aula e condividendo poi gli effetti positivi con il resto del corpo docente che, con entusiasmo, ha deciso di
adottare lo stesso sistema. Tutti gli insegnanti, insieme ai collaboratori scolastici, hanno di buona lena inciso le palline da tennis per poterle infilare sotto le gambe
delle sedie.
L’uso delle palline, dunque, si configura anche come un’attività di riciclo creativo di un rifiuto a cui si può dare una “seconda vita”, tematica molto cara alle scuole che,
attraverso una serie di progetti, ormai da anni portano avanti iniziative che mirano al rispetto e alla tutela dell’ambiente.
L’esperimento non è nuovo, in quanto già adottato da altre scuole in varie zone d’Italia, ed è un esempio di contaminazione positiva e condivisione di buone pratiche,
nell’ottica del benessere a scuola di alunni e insegnanti.