Giovedì 11 maggio abbiamo fatto un’uscita didattica in Calata Matteotti, il lungomare della città dove si trova la nostra scuola, Portoferraio. Siamo una classe di terza elementare e quest’anno nelle lezioni di geografia, abbiamo studiato il mare come ambiente ed ecosistema e in quelle di educazione civica ci siamo occupati dell’inquinamento da plastica. Dato che questi argomenti ci sono piaciuti molto, qualche giorno fa siamo andati alla spiaggia delle Viste per raccogliere i rifiuti portati dal mare e in seguito abbiamo voluto conoscere le persone che in mare ci lavorano, i pescatori.
A scuola prima di incamminarci avevamo preparato qualche domanda, tre per le barche per la piccola pesca e tre per i ciancioli, grandi pescherecci che vanno alla ricerca del pesce azzurro. Arrivati sul porto è cominciata la nostra intervista.
Abbiamo conosciuto Angelo, il proprietario di una barca per la piccola pesca che usa reti da posta, che ci ha detto che si chiamano così perché restano appostate in mare per una o più notti, quando i pesci escono dalle loro tane e vanno in giro. Non vorrebbe mai cambiare il suo lavoro con un altro, pesca molti pesci, spesso tombarelli, che sono come piccoli tonni, e capponi (scorfani) che sono pescioni rossi con spine aguzze ma ogni tanto anche pesci piccoli che lascia liberi. A proposito di libertà…… La sua barca si chiama Libera e infatti quando gli abbiamo chiesto che emozione prova mentre pesca lui ha detto che si sente libero.
Angelo da ragazzino faceva la pesca subacquea ma a un certo punto ha smesso perché era troppo faticosa e a 45 anni mentre faceva un altro lavoro ha comprato la sua barca. Siamo rimasti colpiti quando alla domanda se aveva mai provato pietà per i pesci pescati ha detto di sì e che prima o poi smetterà addirittura di pescare (ma secondo alcuni di noi scherzava). Ha anche detto che lui non è superstizioso, non crede che qualcosa porti sfortuna e infatti non ha portafortuna sulla sua barca. Noi comunque gliene abbiamo lasciati alcuni per ringraziarlo dell’intervista, sono i nostri disegni che appenderà nella cabina di Libera. Salutato Angelo con un caloroso “buona pesca” (aveva detto che tanto non era scaramantico) siamo andati al Molo Gallo e, dopo un breve pic-nic, abbiamo iniziato a intervistare i pescatori di cianciolo, molto simpatici.
Mimmo lavora su una barca chiamata Condor e ha iniziato a pescare quando aveva 7 anni, cioè quando aveva circa la nostra età. Si svegliava, andava a scuola, mangiava e poi andava a pescare in barca con suo padre, così ha imparato il suo lavoro e, come Angelo, non vorrebbe cambiarlo mai.
Alessio, un altro pescatore, ci ha fatto vedere bellissime sardine, acciughe e anche un calamaro che è un mollusco ma diverso da vongole e cozze. Sul cianciolo Alessio ha un migliore amico, Giuseppe che ci ha confessato che a lui il mare fa paura. Infine Salvatore che lavora sulla Nuova marea, un altro cianciolo, ci ha fatto vedere come si puliscono le acciughe e anche se non aveva pescato tanto durante la notte ce ne ha regalato alcune da lanciare ai gabbiani che, come abbiamo visto, ne vanno ghiotti.
Tra di loro i pescatori di cianciolo non litigano quasi mai, forse perché hanno sempre da fare e non hanno tempo da perdere e anche se il loro lavoro è tra i più pericolosi al mondo, non vorrebbero cambiarlo mai. Chissà perché..? Forse, come dice Angelo, il mare li fa sentire liberi.