Martedì 20 agosto ha avuto luogo una gita sociale a Rio nell'Elba e a Rio Marina, due centri con una storia urbanistica esemplare, ancora sostanzialmente leggibile nel suo sviluppo e nelle sue motivazioni. Abbiamo visitato delle emergenze architettoniche di rilievo che, insieme agli interessanti poli museali, l'uno archeologico e l'altro mineralogico, forniscono un contributo fondamentale alla comprensione delle comunità di riferimento.
Lo scopo della visita era di promuovere la conoscenza della storia urbana dei due centri, nel quadro di un discorso allargato agli altri centri dell'isola, con speciale riguardo a quelli più antichi o comunque di maggior interesse, nella consapevolezza che sono costantemente minacciati da interventi capaci di snaturarne la forma originaria e di comprometterne la leggibilità.
La gita ha avuto inizio a Rio nell'Elba, dal rione del Buchino. Il nostro VicePresidente, Gianfranco Vanagolli, servendosi anche di planimetrie e di dipinti, ha guidato gli intervenuti lungo i percorsi-matrice dell'agglomerato, dalla forma a mezzaluna, il più antico del centro, che ha inquadrato nella sua geografia di pascoli, coltivi e sorgenti. Particolare interesse ha suscitato la visita alle porte urbiche, situate all'estremità occidentale dell'abitato, altrettante testimonianze di epoche ormai lontane in cui il pericolo di aggressioni, soprattutto piratesche, era una temuta realtà. Dal Buchino ci si è spostati verso la parte del paese che si allunga a fuso verso levante, partendo da uno snodo formato dai vicinati di Capo di Pietra e della Piazzarella e dalla scalinata della Grondola. La scalinata è attraversata da un asse viario centrale, l'attuale Via Zambelli, già Via Vittorio Emanuele II e Via Cavour, ma storicamente Via di Piazza o Piazza, Via Maestra e Via della Chiesa, che ha termine nel sagrato, davanti alla bella chiesa dei SS. Giacomo e Quirico. Individuata da due file di case, alcune delle quali recano sulla facciata stemmi risalenti al XVII e XVIII secolo, tra i quali quello del Comune, la via costituì a lungo il cuore politico del centro, che nel Medio Evo ebbe un ruolo di primaria importanza nell'isola, avendo nel suo territorio la miniera di ferro la cui attività è proseguita fino a pochi decenni or sono. Vanagolli, dopo aver fatto menzione del rione artigianale-produttivo dei Canali, situato in prossimità di una grossa sorgente che alimentò fino a venti mulini nella valle omonima, e del rione delle Anime, sorto sostanzialmente nel XVII secolo, si è soffermato sulla chiesa, inserita in un'opera fortificata costituita da quattro grossi bastioni e da cortine, il cui disegno attuale risale alla metà del Cinquecento. E' stato ricordato come da uno dei bastioni partisse, andando a saldarsi con le ultime fabbriche di Via Zambelli, la muraglia nella quale si apriva la porta principale del paese, demolita nell'ultimo quarto dell'Ottocento. La ricognizione alla chiesa della Pietà, posta a dominare il vicinato della Chiostra, ha concluso la ricognizione, nel corso della quale sono stati letti alcuni remoti versi di cantastorie relativi a una leggenda secondo la quale i Riesi riuscirono a respingere un attacco dei Turchi del famoso Ariadeno Barbarossa.
Di Rio Marina, il centro nato per sdoppiamento da Rio nell'Elba nel XVIII secolo, e' stato illustrato lo sviluppo tutt'intorno all'area dove attualmente sorgono i giardini pubblici, deputata storicamente ad accogliere il minerale destinato ad essere esportato via mare fino alla metà del secolo scorso. Una particolare attenzione è stata riservata alla lettura della Calata dei Voltoni, un'opera di notevole rilievo architettonico, edificata nell'ultimo quarto dell'Ottocento nel quadro del grande balzo tecnologico ed organizzativo che conobbe allora la miniera. Ma il clou della visita si è identificato con una passeggiata lungo la vecchia Piazza, ossia la via principale della parte più antica dell'abitato, delimitata da una porta monumentale del 1812; dall'edificio della direzione delle miniere, oggi sede del Parco Minerario, nel cuore del vicinato del Burò, che conserva nell'odonimo il ricordo della dominazione francese, e da due file di case, l'una interrotta da un passaggio che scende al mare e l'altra conclusa da un'alta scalinata che sale fino al caratteristico vicinato della Pergola.
Cecilia Pacini
Coordinamento e Comunicazione per l'Elba
Italia Nostra Sezione isola d'Elba e Giglio