Vorrei fare un augurio di buon inizio di anno scolastico a docenti ed in particolare a tutti gli alunni, non ringraziare i livelli politici per il loro manifesto disinteresse sull'argomento, ed alle famiglie ed agli alunni "bocciati" gridare un "forza!, che l'anno passato non è la fine del mondo ma bisogna trasformare "la brutta e frustrante esperienza" nell'inizio di un buon progetto educativo.
Ma oltre all'augurio vorrei proporre qualche riflessione sul diritto degli alunni al successo formativo, in indirizzo da almeno dieci anni alle normative che Il Ministero (MIUR) annualmente non manca di ribadire alle scuole "italiane".
Allo stato delle cose "italiane" questo diritto degli alunni appare aleatorio e sfumato in molti aspetti, dei quali si prova ad elencarne qualcuno più eclatante.
1) Diritto ad una scuola dell'inclusione.
Alcuni alunni sono stati riconosciuti ai sensi della L. 104/92 come portatori di un "handicap scolastico" ma le segreterie amministrative degli uffici provinciali dell'INPS (?), troppo oberate di lavoro e decimate nel personale dalla "spending review" inviano le risposte alle famiglie con mesi di ritardo. Così senza certificato niente Insegnante di Sostegno, anche se l'alunno è di fatto stato riconosciuto dalla commissione medico-legale deputata quale titolare del diritto: "storie di ordinaria burocrazia italianaâ". Mi viene da riflettere che oggi il diritto all'inclusione scolastica dei soggetti con disabilità è garantita solamente dalle procure.
2) Diritto al tempo scuola annuale uguale per tutti.
La nomina dei docenti, funzionamento delle mense e dei pulmini cominciano sempre da qualche giorno a qualche settimana di ritardo dal primo giorno di scuola. Il paradigmatico primo giorno di scuola ad orario ridotto è una storica evidenza.
3) Diritto alla continuità didattica,
Disposto disatteso cronicamente dalle nomine dei docenti da graduatorie provinciali e locali, di specializzati e non, da chiamate dirette per il cui computo si rimanda alla competenza che solo un (vetero-)sindacalista, magari prossimo alla pensione per anzianità , potrebbe possedere. E si tralascia la nomina della titolarità di cattedra da graduatorie incomplete, passate e scadute delle quali poco ho compreso dalle recenti cronache dei midia e dei giornali "copia ed incoll".
4) Diritto ad abitare aule a norma di sicurezza,
(per le dimensioni delle aule e le condizioni fatiscenti di alcuni edifici scolastici).
5) Diritto in classe ad una formazione qualificata
Per non essere costretti a giocare a Ruzzle sotto il banco con il telefonino e "per non spegnere la propria intelligenza".
- Le famiglie non hanno più rispetto per l'istituzione- dicono sovente i docenti negli scompartimenti dei treni che li accompagnano pendolari e con cronico disagio alla loro scuola. E la scuola non ha rispetto per le famiglie quando concedono colloqui docenti-genitori che devono durare ed impegnare come le leggendarie visite della mutua degli anni settanta.
Eppure ancora oggi un manipolo di illuminati ministeriali produce norme ed indirizzi dâ "avanguardia culturale (come la legge 170 del 2010 sulle dislessie (..) e le recenti circolari del 2012 e del 2013 sui Bisogni Educativi Speciali degli alunni).
Ma le avanguardie culturali non hanno fortuna. Mi piace concludere questo augurio con le parole di un grande italiano del cinema (e delle sovvenzioni statali), già Papa tormentato prima di Raztinger, già
à "Renziano"prima del sindaco di Firenze: "continuiamo, continuiamo a farci del male!".
E di tutto questo, del diritto dei sudditi dei banchi e delle future classi dirigenti (magari domani emigranti all'estero), tace Re Giorgio impegnato in altre e più importanti aleatorie certezze del diritto.
Claudio Coscarella