“La scuola elbana è alla frutta”. Questa è una delle tante frasi taglienti che ormai esprimono in poche parole l’insindacabile giudizio delle famiglie elbane sui nostri istituti scolastici. Il punto della questione però è un altro: è possibile dar loro torto? La risposta è no.
Non si può criticare le famiglie per le quali l’inizio dell’anno scolastico rappresenta l’inizio di una vera e propria guerra di trincea, all’insegna di reclami, assemblee straordinarie e lettere di protesta ai vari enti connessi agli istituti. Tutto questo avviene perché genitori e alunni si trovano a far fronte a una serie di problemi, talmente reali e noti che sarebbe pleonastico elencarli. Tutti però sono riconducibili a un’unica causa: l’inopia dei sussidi destinati agli istituti scolastici.
Si sa, in tempi di crisi i fondi concessi ai vari enti amministrativi locali vengono notevolmente ridotti. Sappiamo tutti quali sono le conseguenze: ambienti scolastici carenti e inadeguati, nomine tardive, mancanza di educatori a sostegno dei ragazzi disabili e via dicendo. E’ così che, inevitabilmente, nasce un sentimento di delusione e sfiducia nella scuola nelle persone che ne fanno parte: gli alunni sono demotivati e non avvertono il bisogno di avere un proprio patrimonio culturale e gli insegnanti si sentono amareggiati e delusi, perché il loro lavoro non viene valorizzato e si sentono spinti ai margini della società. La situazione in cui si trova la scuola elbana è difficile. La cosa scoraggiante è che le istituzioni, anziché gettarle un salvagente, le spingono la testa sott’acqua, attuando decreti che vanificano ogni tentativo di ripresa. Questo non è nient’altro che il riverbero della scarsa considerazione di cui gode la scuola nella nostra società.
La maggior parte delle risorse è impiegata nel progresso scientifico. Si badi bene: non nella ricerca scientifica, finalizzata a progredire la vita delle persone e a fare del bene, ma in quella branca della tecnologia che produce al solo scopo di ricavare profitto. Viviamo in una realtà in cui è più importante investire nella progettazione dell’ennesimo modello Android piuttosto che nella ricostruzione degli ambienti scolastici o nella valorizzazione deli nostro immenso patrimonio culturale. La scuola sta regredendo sempre di più sotto i nostri occhi e insieme ad essa i valori che rappresenta: la capacità di pensare e lo spirito critico, due pietre miliari della società umana .
La scuola non può e non deve scomparire perché, se affrontata nel modo giusto, può dare molto ed essere una vera magistra vitae. Solo la scuola può insegnare ad ammirare gli strepitosi risultati che l’uomo ha conseguito nella matematica, nella fisica e nelle scienze, a comprendere come il suo intelletto gli ha permesso di compiere grandi imprese nella storia, a imparare ad apprezzare tutti i capolavori che l’uomo è stato in grado di realizzare nella letteratura e nelle arti.
Valentina Puccini