Appuntamento domenica 7 aprile, ore 16, al cinema Nello Santi.
Portoferraio è infatti il 1° incontro del 2024 che la Fondazione Maria Carta promuove nei luoghi di presenza sarda (1500 le persone di prima e seconda generazione all'Elba, rappresentate dal Circolo Bruno Cucca).
"Liberi e fermi"/ *Freemmos", il nome dato alla serie di incontri e spettacoli sul contrasto allo spopolamento di piccoli e grandi Comuni della Sardegna, un modo per la a Fondazione “Maria Carta”, di celebrare i trent’anni dalla morte e i 90 dalla nascita della cantante di Siligo.
Il doppio anniversario sarà quindi celebrato a Portoferraio con “Maria Carta incontra l’Isola d’Elba”, riproponendo la formula consolidata di “Freemmos”, che oltre alla riflessione sul tema dello spopolamento offre al pubblico un momento musicale con alcuni degli artisti che collaborano da tempo con la Fondazione, come la cantante Maria Giovanna Cherchi e il duo Fantafolk (Vanni Masala all’organetto e Andrea Pisu alle launeddas). Ci sarà anche il gruppo folk di Tempio Pausania, con gli abiti tradizionali della città gallurese.
Porteranno il saluto del Circolo dei sardi “Bruno Cucca” dell’Isola d’Elba il presidente Aventino Schirru insieme al suo vicepresidente Mario Zirone, oltre a Bastianino Mossa, presidente della Fasi (Federazione delle associazioni sarde in Italia), e a Leonardo Marras, presidente della Fondazione “Maria Carta”, che si soffermerà sul progetto “Freemmos”.
Previsti anche gli interventi di Angelo Zini, sindaco di Portoferraio, e di Walter Montagna, primo cittadino di Capoliveri.
A presentare l’evento sarà il giornalista Giacomo Serreli, esperto della scena musicale sarda, in particolare quella legata al recupero e rielaborazione delle matrici tradizionali.
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* FREEMMOS deriva dal termine inglese “free” (libero) che insieme alla desinenza “mmos”, che in lingua sarda significa “fermi”. Liberi e fermi, dunque.
Il progetto FREEMMOS nasce da un’idea della Fondazione Maria Carta finalizzata a sostenere, attraverso una serie di iniziative di carattere culturale, i piccoli centri della Sardegna a rischio estinzione.Lo studio “Comuni in estinzione, gli scenari dello spopolamento in Sardegna”, condotto nel 2012 dall’Università di Cagliari per conto del Centro Regionale di Programmazione, evidenzia che sono trenta i paesi sardi a rischio estinzione. Semestene, 130 abitanti in provincia di Sassari, tra 10 anni non esisterà più.
E’ legittimo chiedersi quali azioni in concreto possano essere intraprese pee invertire questa tendenza oppure se dobbiamo arrenderci all’idea che interi piccoli centri della Sardegna siano destinati, da qui ad alcuni decenni alla totale estinzione.Occorre attirare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica su un fenomeno che, se non arginato, avrà una portata dirompente sopratutto nei prossimi anni.Dedicare lo spazio di una giornata ad alcuni piccoli comuni della Sardegna a rischio estinzione coinvolgendoli in una serie di iniziative di carattere culturale. Da qui l’idea del nome del progetto FREEMMOS, che richiama l’idea di libertà, dove si è liberi di rimanere nel territorio in cui si è nati e in cui si è sempre vissuti. Il diritto a non vedere morire i propri paesi significa anche dare la possibilità di garantire un futuro alle giovani generazioni in termini di opportunità lavorative, di presidi culturali e sociali che non devono essere smantellati.
FREEMMOS individua alcuni comuni della Sardegna a rischio estinzione in cui realizzare una serie di eventi che coprono una intera giornata con convegni, concerti di musica sacra e popolare, spettacoli di danza e teatro con un ruolo di primo piano affidato a compagnie locali e istituzioni scolastiche. E poi rassegna di cinema, mostre a tema, esposizione di prodotti gastronomici e di artigianato locale.Di particolare interesse, nell’ambito della proposta, è il coinvolgimento di artisti sardi che si alterneranno nei più suggestivi angoli del paese ravvivando le musiche, i canti e le altre attività di intrattenimento.