Questa storia potrebbe essere la storia di tante e tanti di noi, donne in particolare, che si trovano da sole, in situazione di precarietà, non solo abitativa.
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La storia: S. è donna di anni 69, "sgomberata" causa problemi statici, dalla casa popolare in cui viveva in Via Bruno Buozzi.
S. è un soggetto eccentrico, frequentatrice assidua e animatrice per molti anni del Centro Bauhaus, con fragilità psico-fisica e qualche difficoltà di deambulazione, si trova dall'oggi al domani, spostata come un pacco, in un appartamento vuoto, con solo un letto e l'uso del bagno.
Passa del tempo dalle figlie ma le convivenze forzate non funzionano. Dalle istituzioni le dicono che non potrà avere le sue cose prima di Ferragosto e lei prova a vivere nell'alloggio assegnatole “provvisoriamente” per circa tre settimane. Il caldo è atroce, il rumore che viene dalla strada ed entra nelle palazzine accanto alla vecchia Polizia Stradale, è per lei un incubo infernale.
Da sola in una casa vuota, priva di qualsiasi riferimento personale è anche costretta ad andare a chiedere i pasti alla Caritas, che però è aperta solo per pranzo e mai la domenica. Si arrangia con i soldi che per fortuna gli assistenti sociali le hanno assegnato per questo momento di emergenza. Affronta tutto con grande dignità e coraggio, ma è stremata dal caldo e dalla solitudine, racconta la sua disavventura dalle pagine di Facebook.
Ma poi a S., che è una donna intelligente, viene il feroce sospetto che, una volta riavute le sue cose, passato Ferragosto (una inagibilità degli alloggi legata evidentemente al periodo vacanziero), quella nuova abitazione rumorosa diventerebbe per lei definitiva. Allora cede, ha paura, ha un crollo e chiede un aiuto “medico”. Così adesso S. si trova da circa due settimane ricoverata a Portoferraio in attesa che cambi qualcosa, un limbo dal quale non sa come uscire.
Colpisce il fatto che una persona fragile e che ha subito questo sradicamento improvviso riconosca nel “ricovero” in ospedale una sorta di protezione; è evidente che questo suo bisogno, più che rispettabile, sia in maniera indiretta una richiesta di essere presa per mano e accompagnata in una nuova situazione che possa essere adeguata e rassicurante.
Purtroppo sappiamo bene che attualmente il nostro ospedale è spesso sotto pressione e in emergenza, per questo motivo S. verrà dimessa proprio oggi: ci sono persone più “gravi” che necessitano di un ricovero.
La situazione di S. è anomala e risulta difficile inquadrarla nelle procedure burocratiche.
Per tutto quanto scritto, chiediamo al Sindaco, Tiziano Nocentini, e al suo "collaboratore" incaricato delle politiche sociali, Bruno Maria Graziano, di prendere in considerazione questa situazione che evidentemente è rimasta incastrata tra le pieghe della comunicazione tra ASL e Amministrazione Comunale.
Le cittadine e i cittadini inoltre vorrebbero essere informati di quanto si stia facendo in merito al ripristino degli immobili pubblici lesionati, quali siano i progetti e come il Comune intenda procedere con CASALP S.p.a. (società partecipata, che riceve soldi pubblici) che ha lasciato che l'immobile di edilizia popolare, andasse in malora.
Donne in cerchio